Renato Boraso, assessore alla mobilità intervistato da Maria Stella Donà è qui oggi per difendersi dalle accuse e aggressioni, subite tramite Facebook, sulla situazione della separazione Mestre – Venezia. Accusato di interessi privati, è in realtà convinto che la separazione non si possa fare. In questa regione vengono premiate le unioni.
La separazione
I separatisti ritengo che sia un’azione facile basandosi sull’esempio di Cavallino del 2006. In quel caso non si trattava di un referendum consultivo, che dipende quindi da legge dello Stato. I procedimenti sono durati comunque un anno.
Nel caso di Venezia – Mestre servirebbero tre anni in cui la città resterebbe bloccata. Non basterebbe un anno di contenziosi per trovare una situazione
“Io stesso nel 2003 votai per la divisione dei comuni, ma da quella data ad oggi le cose sono cambiate. Oggi è stato fatto uno sforzo enorme per risanare il bilancio della città.”
Zone contese
Ad esempio il Casinò spetta solo ed esclusivamente a Venezia, in caso contrario sarebbe un problema per i dipendenti e l’apertura stessa del casinò, perché andrebbe contro legge.
L’aeroporto resterebbe in riferimento amministrativo alla terra ferma, potrebbe nascere un contenzioso dato anche dall’interesse di introiti. Passano 8 milioni di turisti dal Marco Polo di Venezia.
E tutti gli incassi del turismo andrebbero gestiti solo da Venezia ? Non bisogna dimenticare che tutto passa anche per Mestre, che ha comunque bisogno di fondi per andare avanti, ed è molto sottovalutata.
Il Tesoretto che arriva dai bus dell’Actv
Oggi copre il buco dei ferry boat. con la separazione la situazione sarebbe a discapito di Mestre. a quel punto bisognerebbe aumentare le tariffe o diminuire i servizi. Se non bastano i soldi per coprire i buchi da qualche parte bisogna rientrare.
Roma soldi alle città purtroppo non ne da più, negli ultimi anni c’è stato un taglio del 30% alla mobilità.
Finchè c’è un comune unito si riescono a distribuire le risorse sulla base delle necessità, con la divisione si bloccherebbe tutto.