Borseggi di giorno tra i turisti a Venezia e spaccate e furti di notte nei negozi in terraferma. Sono i due volti della microcriminalità di cui soffre il territorio comunale veneziano e di cui non riesce a disfarsi. Per le pene lievi che non funzionano da deterrente perchè nella maggior parte dei casi, gli autori, i predoni moderni del Terzo Millennio non vengono scoperti e recentemente per gli effetti della legge Cartabia, che prevede l’arresto soltanto in caso di denuncia della vittima.
Cittadini non distratti
Ecco allora che il Comitato dei “Cittadini non distratti”, sempre vigile, ha esposto uno striscione sul Ponte di Rialto. Stop carta bianca ai borseggiatori durante il giorno della Vogalonga. Che la dice lunga sulla fiducia che i commercianti ripongono sulla giustizia soprattutto in queste settimane in cui denunciano un picco di borseggi. Per l’impossibilità delle forze dell’ordine di intervenire e sempre più spesso, non credendo nella giustizia, si tende a non denunciare.
Le parole di Paolo Zabeo della CGIA Mestre
La stessa sfiducia è raccontata in queste ore anche da Paolo Zabeo della CGIA di Mestre che ricorda come le spaccate e i furti nei negozi di cui si era parlato molto in gennaio non sono mai scomparsi, facendo sentire i negozianti vulnerabili oltre che causando loro forti perdite economiche anche di 5000 euro. Tanto costa sostituire una vetrina, a fronte di un bottino di pochi spiccioli.
Paolo Zabeo, Coordinatore del Centro Studi CGIA Mestre: “Nonostante molti negozi siano diventati dei fortini, dei veri e propri bunker, controllati 24 ore su 24 dai sistemi di videosorveglianza, i danni economici provocati dai furti e dalle spaccate rimangono ingentissimi.
Per ridurre il numero di questi reati e assicurare alla giustizia coloro che il compiono, bisogna aumentare la presenza sulle strade di uomini e mezzi delle Forze dell’Ordine, soprattutto nelle ore notturne. Altrimenti, rischiamo di alimentare involontariamente un atteggiamento di sfiducia da parte delle vittime nei confronti delle istituzioni, che li spingerà a non denunciare la violenza subita”.