Braccialetto salvavita presto ai polsi di tremila diabetici

In caso di emergenza, chiunque avvicini al braccialetto il proprio telefono leggerà in tempo reale tutte le informazioni per favorire il soccorso

Tutto in un braccialetto che salva la vita: patologie, medicinali in uso, allergie, intolleranze farmacologiche e alimentari, orario di somministrazione dell’insulina, dei farmaci, gruppo sanguigno, dati optometrici, consenso o diniego alla donazione degli organi, numeri telefonici da chiamare in caso d’emergenza, foto identificativa, frequenza cardiaca e risultati del test per la ricerca del Covid.

Come funziona il braccialetto

In caso di emergenza o necessità, chiunque avvicini il proprio smartphone a questo bracciale ipoallergenico e resistente all’acqua, è in grado di visualizzare i dati medici. Che possono salvare la vita al suo possessore.

Il progetto “Salviamo la vita con un braccialetto”

Tremila di questi braccialetti saranno distribuiti a Chioggia ai polsi di tremila pazienti diabetici seguiti dal Servizio di diabetologia clodiense. Questo progetto, “Salviamo la vita con un braccialetto”, è dell’Associazione dei diabetici del centro lagunare. È realizzato grazie al contributo dell’Assessorato regionale della sanità e dell’assistenza sociale e a quello dell’Ulss 3 Serenissima. La consegna del braccialetto ai pazienti diabetici, assieme al tutoraggio nel primo utilizzo, avverrà nei prossimi mesi del 2021.

La comodità del braccialetto

Oltre ad essere fragile perché affetta da malattia cronica, la persona con diabete è sempre più anziana e molto spesso ha bisogno del caregiver (il familiare che le dedica assistenza continuativa). Non è facile per il familiare che sta accanto al malato cronico ricordarsi la terapia, gli orari di somministrazione dell’insulina o, più semplicemente, quando si devono prendere le pastiglie. Attraverso una memoria contenuta nel bracciale sarà allora possibile prendere immediata visione di tutti i dati fondamentali, anche per far fronte alle eventuali emergenze e quindi salvare la vita al paziente.

Le dichiarazioni di Giuseppe Dal Ben

“Il diabete è una malattia silente e subdola che colpisce una grossa fetta della popolazione. Avere al polso uno strumento salvavita come questo, capace di assorbire tante informazioni al suo interno, come gli orari e il dosaggio dell’insulina o gli avvisi per i farmaci che devono essere assunti durante il giorno, aiuta a prevenire molte delle emergenze tipiche per chi soffre di questa patologia. Come gli attacchi ipoglicemici. Siamo felici, quindi, di contribuire alla buona riuscita del progetto ‘Salviamo la vita con un braccialetto’”. Dice il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, Giuseppe Dal Ben.

Il braccialetto è di AIDme

Il nome del braccialetto è AIDme. Utilizza il Tag Aidnfc come metodo di trasmissione dati a chiunque abbia uno smartphone abilitato. Contiene tutte le informazioni medico sanitarie relative alla persona che lo indossa e che la stessa ha deciso di inserire per renderli visibili, in caso di necessità, a chiunque avvicini il proprio dispositivo cellulare al logo che si trova sul bracciale, senza scaricare alcuna applicazione specifica per smartphone. Il Tag Aidnfc consente di inserire i dati personali più rilevanti e le informazioni mediche e di emergenza per la salute e la sicurezza delle persone.

Verrà rifornita la sede di Chioggia in primis

Il braccialetto verrà inizialmente distribuito ai tremila pazienti diabetici di Chioggia, accompagnandoli con l’educazione all’uso, la consegna di una brochure informativa e l’aiuto eventuale nell’inserimento dei dati. Tutti i volontari dell’associazione, educati dal medico alla preparazione del paziente e presenti al Servizio di diabetologia, avranno il compito durante la consegna del braccialetto di riprendere i punti importanti della gestione del diabete.

Le dichiarazioni di Maria Teresa Marangon

“La necessità di avere i dati sempre con sé e che le persone che stanno vicino ai malati di diabete possano aiutarli nella gestione della loro malattia è fondamentale. Diventa vitale avere un accessorio che con un piccolo gesto possa dare le informazioni sulle patologie di cui una persona è affetta, nel caso per esempio di ipoglicemia inavvertita. E proprio per questo motivo abbiamo pensato alla distribuzione di braccialetti salvavita che siano accessibili a tutti e facili da gestire nell’inserimento dei dati”. Spiega la presidente dell’associazione Maria Teresa Marangon.

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