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Brugnaro interrogato: consiglio anticipato al 2 agosto

Luigi Brugnaro riceve interrogazioni dagli alleati di Forza Italia e, mentre Boraso è ancora in carcere, il consiglio comunale è anticipato al 2 agosto

Al pressing dei partiti di opposizione si è aggiunto quello degli alleati in giunta. Così il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, interrogato da FI, anticiperà al 2 agosto, anziché al 9 settembre, il confronto in consiglio comunale sull’inchiesta giudiziaria che lo vede indagato.

La conta degli indagati e la seduta straordinaria del consiglio comunale

L’indagine in questione lo vede coinvolto assieme ai suoi più stretti collaboratori, all’ex assessore Renato Borato, a numerosi imprenditori e ad alcuni dirigenti delle partecipate. In altre parole, infatti, nell’inchiesta della procura sulla tangentopoli veneziana ci sono in tutto una trentina di indagati.

La seduta straordinaria si terrà a Mestre in via Palazzo alle 10:00. Dopo una prima fase in cui gli alleati sono apparsi disorientati, ora ne inizia un altra più incalzante. L’immagine incrinata di alcuni componenti della maggioranza rischia di trascinare chi non è coinvolto, al punto che Fratelli d’Italia vuole ribellarsi e ha preparato una serie di interrogazioni per dare una traccia all’intervento del sindaco.

Le interrogazioni degli alleati di Forza Italia

La prima di queste chiede al primo cittadino e all’assessore alla società partecipate Michele Zuin quali decisioni prenderanno sui dirigenti di AVM, Fondazione Musei e di altre società, indagati per presunte agevolazioni nelle gare d’appalto ad amici imprenditori di Boraso e ad alcuni finanziatori della Royal Basket.

Inoltre, un’altra interrogazione chiede se è vero che il capo dei gabinetto e il vice capo di gabinetto Ceron e Donadini per anni abbiano ricevuto una doppia paga, una privata, dal gruppo Umana di Brugnaro, e un’altra pubblica.

Il ricorso dell’assessore Boraso

Intanto Renato Boraso, ancora in carcere a Padova, si sta preparando a ricorrere al tribunale del riesame per ottenere la revoca dell’ottocentomila euro che gli sono stati sequestrati dalla procura e che, secondo gli inquirenti, sarebbero i proventi delle tangenti.

I legali dell’ex assessore alle infrastrutture lamentano che le società appartenenti all’uomo politico sono paralizzate e non possono nemmeno pagare i salari ai dipendenti. Per questo sono disponibili a mettere a disposizione dei magistrati le somme indicate nei verbali in cambio della riapertura dei conti correnti.

 

GUARDA ANCORA: Venezia, le accuse a Brugnaro: FI chiede chiarimenti

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