La matematica non è un’opinione. Se ci sono soltanto 3 milioni di Euro a disposizione per ristrutturare un edificio che ne richiede altri sette è come non avere nulla. E’ in sintesi il ragionamento che ha espresso in questi giorni neo sindaco di San Donà di Piave, Alberto Teso, nell’affrontare il progetto tanto caro al suo predecessore, Andrea Cereser. La Cantina dei talenti è il centro intermodale a ridosso della stazione ferroviaria.
Il commento del sindaco Teso
Alberto Teso, sindaco di San Donà di Piave: “Io non ho alcuna intenzione di spendere 3 milioni di euro del PNRR per realizzare una struttura che dovrebbe ospitare una fiera o una “cantina dei talenti” che dovrebbe garantire l’espansione di nuove aziende quando ne devo spendere altri 7 a debito per realizzare quella struttura, che tra l’altro non ha una destinazione molto chiara. I passi da fare sono due. Primo, capire se quelle opere ci servono, a che destinazione posso essere votate. Secondo, capire se con i fondi che abbiamo riusciamo a realizzarne due di tre funzionali.”
Per Andrea Cereser la questione era facilmente risolvibile. Trovare un investitore privato, come ci spiegava in questo video nel 2021.
Il commento di Andrea Cereser
Andrea Cereser, ex sindaco: “Proseguono i cantieri per quanto riguarda la nuova stazione ATVO e la nuova stazione RFI che comincerà i lavori a giorni. Intorno a questo polo intermodale sta anche continuando il cantiere per recuperare Cantina, ribattezzata “dei talenti”. Abbiamo da pochi giorni pubblicato il bando per cercare il partner privato che insieme a Cantina si occuperà della ristrutturazione, ma soprattutto della gestione”.
Cantina dei Talenti
Ma in due anni è cambiato anche l’approccio nei confronti dei fondi del PNRR e l’indebitamento senza ritorno conclamato fa paura.
Alberto Teso: “I fondi del PNRR sono in sostanza un prestito che l’Unione Europea fa al nostro paese. Non un regalo. L’importante non è spenderli comunque, ma spenderli bene con serietà e senso di responsabilità. Per cui, di fronte ad un’opera pubblica potenziale la domanda non è se ci sono i soldi, ma se quell’opera è effettivamente utile per la comunità.
Al momento del mio insediamento mi sono trovato con tre opere pubbliche che potevano essere finanziate da fondi in parte PNRR, in parte di altra provenienza. Sono tre opere che con questi fondi sono finanziate per circa metà o un terzo per ciascuna. Questo impedisce di rendere una sola di queste utilizzabile con i fondi a disposizione. O troviamo altri fondi o un partner privato disposto ad aggiungersi, o altrimenti dovremmo rinunciare a parte dei fondi del PNRR”.
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