Caravaggio, luce ribelle: la mostra interattiva a Porte Mestre

Evento unico, per la prima volta nel centro commerciale Porte di Mestre, viene realizzata una mostra interattiva dedicata a il Caravaggio.

Francesca Brandes, critica d’arte: “Siamo qui a raccontarvi una assoluta novità. E’ la prima volta che nel centro commerciale Porte di Mestre realizziamo un evento speciale. Un evento particolare legato al mondo della cultura, qualcosa di assolutamente unico e soprattutto una prima volta. Si tratta di una splendida mostra su uno dei più grandi dell’arte italiana, all’epoca molto conosciuto e poi forse un po’ dimenticato. Fino agli inizi del 900, quando poi è stato supportato e ripreso dalla critica per la sua estrema modernità. Sto parlando di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio.

Il Caravaggio

Questa splendida mostra si chiama Caravaggio, luce ribelle. Ha il grande talento di avere una forza innovativa, realizzata con tecniche multimediali assolutamente incredibili e ci racconta in un modo accattivante, semplice e soprattutto producente. Perché dopo a uno viene sinceramente la voglia di creare, di vedere, di andare ad approfondire le tematiche trattate in questa esposizione.

Assolutamente incredibile della scena culturale, artistica tra 5 e 600, è un personaggio unico, un personaggio dalla vita travagliata, difficile, complicata, avventurosa. Questi sono tutti spunti che all’interno dell’evento hanno avuto una grande importanza, perché ci sono degli splendidi quadri animati del Caravaggio. Ma forse l’intenzione dei realizzatori si è più accentrata sulla proposizione del personaggio Caravaggio.

Egli ha avuto una vita travagliata e complicata, aveva sicuramente un carattere difficile, come molto spesso hanno gli artisti. Ha conosciuto realtà diverse e soprattutto quello che non si dice mai, ma che è messo in luce nella mostra è il fatto che non nasce dal nulla. L’elemento fondamentale è che lui ha preso dal mondo che lo circondava, dalla storia artistica che l’aveva preceduto, moltissimo. Infatti non lo si dice mai, ma quanto di Tintoretto e quanto di Giorgione c’è in Caravaggio? Che molto probabilmente ha vissuto per un breve periodo anche a Venezia. Ma quanto della cultura artistica lombarda e specialmente di un grande come Lorenzo Lotto, ha preso Caravaggio? Moltissimo.

La realtà nell’arte

Sapete che cosa soprattutto? E forse questo è il posto giusto per rilevarlo, ha appreso soprattutto il grande senso, la grande proposizione della realtà nell’arte. Che significa non avere più delle figure stereotipate, non avere più delle madonne stentoree e fisse alla Raffaello, per intenderci. Ma avere piuttosto una morte della Madonna in cui la Madonna si dice morta, gonfia.

E all’inizio non volevano quest’opera, i carmelitani, perché sostenevano che avesse una componente in qualche modo blasfema. Eppure quella Madonna distesa, palesemente incinta, con i piedi a vista, assolutamente umana è uno degli elementi principali di Caravaggio. Mescola continuamente quelli che sono gli stimoli della sua vita a quelli che sono soprattutto i grandi momenti di ciò che vedeva intorno a lui.

Le persone di Caravaggio

Quindi i personaggi maschili hanno i volti nei bachini dei suoi amici cari e quindi i bari all’osteria sono personaggi tipici della Roma, della Milano che lui aveva conosciuto, della Sicilia che aveva conosciuto.

Il fatto di rendere queste figure animate da particolarmente bene l’idea, persino i santi hanno una loro corporeità. Sono gente come noi, credo che la grande modernità di Caravaggio stia in questo essere rappresentante di una gente vera e quindi anche capace di sbagliare. Capace anche di creare degli elementi di disturbo, di comportarsi male, persino di uccidere.

Morirà giovane, a solo 38 anni, in continua fuga, cercando di ritornare ad un’Italia da cui era stato bandito perché aveva ucciso un uomo. Inoltre era continuamente minacciato dal fatto che se l’avessero trovato per la strada chiunque lo poteva decapitare. Di conseguenza, da un certo momento in poi tutti i suoi quadri hanno molto spesso teste decapitate, che molto spesso sono autoritratti, come nel caso della Giuditta e Oloferne.

La realtà di ogni giorno

Ecco il senso della realtà. La profondità dell’essere vivente e dell’essere umano e quindi il sangue è sangue, la carne è carne, la vita è vita. Questa mostra ce lo dimostra appieno. Forse avremo bisogno di andare a controllare determinate date o la collocazione di alcuni quadri, ma quello che deve restare ed è fondamentale ed è meraviglioso che succeda in un luogo come questo, è il fatto che Michelangelo ha avuto molto effetto su Caravaggio. Così come in realtà non l’ha avuto Donatello. Tutto quello che concerneva Giotto ha avuto molta influenza su Caravaggio.

Tutti gli autori che si connotano e si collegano alla realtà di ogni giorno e quale luogo più adatto di questo poteva esserci per un’iniziativa di questo tipo?

Leggi Anche: Jesolo città del Natale: Piazza Marconi si riempie di magia

Exit mobile version