Carlo Verdone anteprima all’M9: “Si vive una volta sola”

Anteprima del nuovo film di Carlo Verdone all'M9 di Mestre. Si intitola "Si vive una volta sola" ed è la storia di un'amicizia tra 4 medici che lavorano insieme

Grande interesse a Mestre per il nuovo film di Carlo Verdone “Si vive una volta sola”, presentato in anteprima dal regista romano alla stampa e al pubblico del Nordest lo scorso 12 febbraio. Presenti con lui nell’Auditorium di M9 – Museo del ‘900 di Mestre gli attori Anna Foglietta e Rocco Papaleo.

Tra curiosità e aneddoti sulla sua carriera, durante l’incontro con la stampa l’attore romano, al suo ventisettesimo lavoro come regista, ha spiegato la genesi e la lavorazione del film, soffermandosi sul futuro del suo cinema ma anche, da attento osservatore della società, sui temi dell’attualità.

Si vive una volta sola

«Il film è la storia di una grande amicizia – ha spiegato Verdone – racconta di un’equipe chirurgica di grande talento, dalla vita privata disastrata, piena di solitudine e problemi. Tutto ciò emerge quando sono costretti a fare un viaggio: uno di loro ha un referto medico preoccupante. E in questo viaggio accadono molte cose».

Un film che mette in primo piano l’amicizia, quella vera, oggi sempre più preziosa per il regista: «Il film è un vero e proprio inno all’amicizia, di cui oggi abbiamo bisogno perché con i social siamo ormai tutti alla ricerca di contatti virtuali. La vera amicizia è quella fisica, che scarseggia purtroppo, in un mondo che si ritira sempre a casa davanti a smartphone e computer».

Carlo Verdone

Verdone si è soffermato sulla possibilità di scegliere il Veneto per ambientare uno dei suoi prossimi film: «Girare un film in Veneto? Spero che possa capitare un soggetto in cui inserire questa splendida Regione. Ci penserò senz’altro e mi auguro mi venga in mente una buona idea. Non vorrei farne una cartolina, ma piuttosto farla vivere come una vera e propria location».

Un pensiero particolare lo ha rivolto al Lido di Venezia, che conserva un posto speciale tra i suoi ricordi d’infanzia: «Venezia è una città di grande fascino, qui è nata la commedia all’italiana grazie a Goldoni. Alla fine degli anni ’50 andavo in vacanza al Lido perché mio padre era un dirigente della Mostra del Cinema, e prendevamo una casa in affitto in via Angelo Emo. Ne ho un bellissimo ricordo, lì ho avuto il mio primo batticuore per una ragazza che abitava nella casa di fronte. Era carina, con i capelli castani sciolti… Ho sempre sognato di sposare una ragazza come lei, e ogni volta ero contento di ritornare al Lido perché sapevo che l’avrei rivista».

Lido di Venezia

Il Lido di Venezia è anche il luogo in cui nascono le prime passioni del regista: «In quegli anni non capivo molto, ero piccolo, ma vedevo quella folla di fotografi, attori, flash, e andavo a vedere film di Maciste, Ercole, i western, Jerry Lewis. A casa avevamo una finestra che dava sull’imbarcadero del retro dell’Excelsior, dove arrivavano attori e fotografi in motoscafo. Ricordo che c’era un parcheggio pieno di Porche e Ferrari, Alfa Romeo e Morgan, e da lì mi è nato l’interesse di collezionare le auto, cominciando con i modellini Dinky Toys».

Il nuovo traguardo

La coralità è un nuovo traguardo per Carlo Verdone, che per il cast di “Si vive una volta sola” si è affidato a Rocco Papaleo, Anna Foglietta e Max Tortora: «Dopo 27 film penso che la coralità sarà il mio futuro. In 43 anni ho fatto tanti film come protagonista, ma adesso ho voglia di condividere con altri attori. Non di fare un passo indietro, ma farne uno insieme a loro. Quando Giovanni Veronesi mi ha proposto questo soggetto, la fortuna ha voluto che Anna, Rocco e Max avessero il tempo libero per girare. Il cast è stato meraviglioso, abbiamo lavorato nel migliore dei modi, non potevo chiedere di meglio».

Un attore e regista che continua ad essere amato dal pubblico: «Il mio lavoro è stato un viaggio fantastico e continua ad esserlo. In una carriera ci sono film che riescono bene, altri meno. Penso tutto sommato che sia giusto così, a volte anche da un film minore trovi la forza di fare uno scarto maggiore. Non credo di aver dato fregature al pubblico. Se continuo a durare così tanto è perché continuo a sterzare, sono passato dal personaggio unico alla commedia raffinata, poi al sociale, al sentimentale, ai temi della megalomania e bipolarità. Ho cercato di raccontare questi decenni a mio modo, penso di averlo fatto sicuramente con onestà, non mi rimprovero niente».

Uno sguardo anche sull’Italia di oggi, e sulle difficoltà che il cinema e la comicità incontrano nel racconto della contemporaneità: «Oggi è molto più difficile raccontare l’Italia, soprattutto a causa della globalizzazione degli ultimi decenni, perché ha reso le persone tutte uguali. Stessi capelli, marche, tatuaggi, parole, alla fine c’è un appiattimento. Un “giovane Verdone” di oggi che volesse raccontare la società, farebbe fatica. A complicare le cose, anche il fatto che non c’è più quell’ottimismo di una volta. È cambiata anche la gente, non c’è più quella predisposizione alla leggerezza, ed è difficile far ridere. Alla fine la globalizzazione ha portato anche tanta solitudine, rancore e diffidenza».

Il film

“Si vive una volta sola”, in uscita il 26 febbraio, è la nuova, irresistibile, beffarda radiografia dei nostri tempi di Carlo Verdone, il quale ancora una volta ci regala uno spaccato del presente attraverso il suo sguardo acuto, dissacrante e sempre originale. Protagonista del film, girato interamente in Puglia, un quartetto di medici, eccellenti tanto nella professione quanto nel partorire scherzi spietati, soprattutto se la vittima di turno è l’amico Amedeo. Durante un viaggio nel Sud d’Italia, i quattro amici vivranno un’esperienza indimenticabile, con un colpo di scena che lascerà un segno indelebile nelle loro vite.

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