Carnevale di Venezia: la tradizione del Giovedì e Martedì Grasso

Queste due giornate tradizionali del Carnevale veneziano racchiudono sono l'essenza di questa festività

All’interno del Carnevale di Venezia sono due le date importanti fin dai tempi della Serenissima che Venezia continua ancora oggi, a 1600 dalla sua fondazione, a portare avanti come tradizione. Sono il Giovedì e il Martedì Grasso due giorni che, rispettivamente, danno il via e concludono i festeggiamenti del Carnevale.

Questa la tradizione del Giovedì Grasso

Il Giovedì Grasso, a Venezia, è il cosiddetto giorno del “toro”. Ai tempi della Serenissima, infatti, durante questa giornata era prevista la storica corrida davanti al Palazzo Ducale. Questo evento ricordava la grande vittoria del 1162 del doge Vitale Michiel II sul Patriarca Ulrico di Aquileia e 12 feudatari ribelli. Questa impresa portò la Serenissima a chiedere agli sconfitti, da lì al futuro, il pagamento di un pegno. Questo consisteva in un toro, 12 pani e 12 maiali ben pasciuti. Un risarcimento che continuò per molto tempo coinvolgendo anche i successori del patriarca. Ogni anno infatti , il giorno del Giovedì Grasso erano costretti a ripagare la Serenissima in questo modo.

Gli animali, poi, dopo averli portati in città li accoglievano come fossero dei prigionieri. Posti su delle strutture lignee rappresentanti i castelli friulani e, infine, messi allo scherno della pubblica piazza con un rituale. Quest’ultimo prevedeva, al suo culmine, lo spettacolare taglio della testa del toro da cui deriva il detto tutto veneziano “Tagiar la testa al toro”. Significa chiudere definitivamente una faccenda in modo rapido e senza troppi ripensamenti. Il taglio della testa del toro, infatti, rappresentava proprio la fine dello spettacolo. Gli animali venivano successivamente macellati, cucinati e la loro carne distribuita durante i banchetti tra i nobili, il clero, il popolo e i carcerati.

Quando abolirono l’usanza

Questa usanza fu abolita nel 1420 quando il Friuli passò sotto il dominio della Serenissima e la festa assunse le sembianze di un gioco che durò fino alla fine della Repubblica.

Come modificarono la tradizione del Giovedì Grasso

I festeggiamenti del Giovedì Grasso, a partire dal 1548, aggiunsero alla tradizionale corrida una parte dedicata a spettacolari acrobazie di funamboli chiamata, da tutti, il volo del Turco. Si trattava di uno spettacolo che vedeva come protagonista, nella sua prima edizione, un funambolo di origini turche. Con un bilanciere in mano, camminava su una fune partendo da una barca in bacino di San Marco per arrivare fin sulla cella del Campanile. Poi scendeva sulla loggia di Palazzo Ducale e porgeva al doge dei doni.

Negli anni successivi la città decise di rendere questa iniziativa una cerimonia ufficiale del Giovedì Grasso veneziano. Venne perciò caratterizzata da voli acrobatici sempre diversi e realizzati con tecniche sempre più innovative. Oggi, questo spettacolo (guarda il video), che continua a essere uno dei grandi protagonisti del Carnevale di Venezia, viene riproposto in chiave moderna. Ha come protagonista la Maria del Carnevale dell’anno precedente che si lancia in volo dal Campanile di San Marco fino alla Piazza. Lo chiamano comunemente il Volo dell’Angelo (guarda il video).

La chiusura del Carnevale di Venezia, come da tradizione, il Martedì Grasso

I festeggiamenti del Carnevale si concludono, da tradizione, con il Martedì Grasso. Il giorno che precede il Mercoledì delle Ceneri che segna l’inizio del periodo di Quaresima prima della Pasqua. L’ultimo giorno di Carnevale assume l’epiteto di “grasso” proprio perché consisteva nell’ultimo giorno in cui era permesso, dalla Chiesa Cattolica, sia di festeggiare che di mangiare determinati cibi come la carne, i dolci e tutti gli altri gustosissimi avanzi dei banchetti di Carnevale. Dopo questo giorno, infatti, prendeva il via il periodo di penitenza prepasquale. Prevedeva l’astinenza dai divertimenti e dai cibi considerati “grassi”.

Lo Svolo del Leon

Una delle ricorrenze più recenti del Martedì Grasso veneziano, invece, è quella del cosiddetto Svolo del Leon (guarda il video). Si tratta di un rituale che è diventato una tradizione a partire dal Carnevale del 2012 sotto la direzione artistica di Davide Rampello.

Lo Svolo del Leon prevede il volo di un gonfalone raffigurante il leone alato simbolo di San Marco e della città. Ha un’ampiezza di 100 metri quadri, realizzato da Angelo Lodi con seta di scena. Lo issano dal centro di Piazza San Marco fino al Campanile rendendo omaggio a Venezia. Il tutto con un tradizionale e suggestivo appuntamento che conclude, con solennità, le celebrazioni del Carnevale.

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