Presso gli studi di Televenezia, il dottor Adriano Cestrone, direttore della Casa di cura Rizzola, rispetto alla considerazione della giornalista Maria Stella Donà: che le strutture private sono state molto criticate, rispetto all’emergenza Coronavirus, spiega che, ci sono delle differenze tra pubblico e privato e che non è compito del privato trattare il Coronavirus. Anche se è vero che, nell’ospedale privato Raffaele, si può trattare questa patologia, in quanto è stato costruito come un vero e proprio ospedale, le case di cure private non sono costruite allo stesso modo, la disposizione della stanze e la differenza di pressione tra corridoi e stanze dei pazienti non è adeguata. Inoltre nelle strutture private non vi sono infettivologi, quindi di fatto non possono trattare casi infettivi come il Coronavirus.
Casa di Cura Rizzola
Le strutture private già all’inizio, in Veneto, avevano compiti differenti dagli ospedali: svolgendo prevalentemente un lavoro di supporto, nel dopoguerra i medici trattavano ampi problemi e tenevano, in stanze i pazienti in osservazione. Come spiega Maria Stella Donà, questa situazione era un po’ un’anticipazione di quello che la Regione vorrebbe fare adesso, ovvero dare la possibilità ai medici di base di avere dei poliambulatori per attuare degli interventi ed evitare di saturare gli ospedali. Gli ospedali si dovrebbero occupare delle urgenze, ricorda Cestrone, mentre una casa privata è coadiuvante per esempio nelle protesi o negli ambiti specialistici.
Sanità pubblica e privata
Per concludere, alla domanda se il futuro è il pubblico o il privato, il direttore di Casa Rizzola spiega che entrambi devono esser presenti, in modo che alcune cose vengono seguite dal pubblico e altre dal privato. La presenza dell’ospedale pubblico per grosse patologie non è destinato a scomparire, deve esserci un buon equilibrio tra l’uno e l’altro settore.
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