Una norma bocciata dai tribunali
La consigliera regionale del Veneto, Elena Ostanel, torna a chiedere a gran voce una modifica urgente al regolamento sull’assegnazione degli alloggi popolari, puntando il dito contro il requisito dei cinque anni di residenza.
Dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale, che già nell’aprile scorso aveva dichiarato l’illegittimità della norma, ora anche il Tribunale di Padova ne ribadisce il carattere discriminatorio, sottolineando la necessità di un intervento della Regione. Eppure, nonostante i pareri giuridici e le crescenti pressioni politiche, la Giunta guidata da Luca Zaia non ha ancora mosso un passo.
Case Ater: risorse sottratte e alloggi sfitti
Ostanel critica l’atteggiamento del governatore, accusandolo di nascondersi dietro la retorica del “buon padre di famiglia” mentre i dati raccontano un’altra storia. “Dal 2010, con Zaia al governo, gli alloggi sfitti sono aumentati dal 7% al 18%, e le graduatorie per ottenere una casa popolare si sono allungate in modo drammatico”, denuncia la consigliera.
“Inoltre, la Regione ha sottratto risorse fondamentali al settore: solo negli ultimi sei anni sono stati destinati ad altri scopi circa 35 milioni di euro, risorse che avrebbero potuto alleviare una delle emergenze sociali più gravi del momento”.
Un Veneto più inclusivo
Il cuore della critica di Ostanel risiede però nella natura del requisito contestato: la residenza quinquennale. “Questo parametro non tiene conto delle reali necessità economiche o sociali delle famiglie, ma si basa su un criterio arbitrario, che penalizza chi arriva da altre regioni o dall’estero. Una politica miope, che ignora la necessità di rendere il Veneto una regione attrattiva per studenti, lavoratori e giovani talenti”, sottolinea.
Secondo la consigliera, il calo demografico registrato in Veneto (-0,8% dal 2012) dovrebbe spingere la Regione a favorire l’inclusività, piuttosto che arroccarsi su principi identitari. “Serve una riforma seria, che metta al centro i bisogni delle persone e garantisca risorse adeguate per affrontare la crisi abitativa”, conclude Ostanel, invitando la Giunta a mettere da parte i ricorsi e ad aprire finalmente un confronto concreto per il futuro dell’edilizia popolare.
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