Entro il 2035 tutte le case degli italiani dovranno avere degli interventi costosi di contenimento di inquinamento o dispersione di calore o interventi sugli impianti elettrici, con la eliminazione dei carburanti fossili per il riscaldamento. Sarà un attacco alle case degli italiani?
“Qui a Mestre e altre parti del nostro territorio dove vediamo tutti questi grandi condomini degli anni ’60, la maggioranza dei condomini sono degli anni ’60”.
“Grazie Televenezia, Luigi Gandi, trasmissione interessante, le case debbono essere tutelate oggi più che mai”.
“Ma tutti questi condomini che noi vediamo degli anni ’60, ce ne sono tantissimi, tante case degli anni ’60 che fine faranno? Carlo, vuoi dire qualcosa? Lascia stare Venezia che è esentata, diciamo”.
I vecchi condomini
Le parole dell’opinionista Carlo Trevisan: “Io condivido moltissimo quello che ha detto il Presidente perché la demolizione della città vecchia è una fase naturale nella vita delle città. Venezia era, a suo tempo, la nuova York del Medioevo. Si è bloccata ed è diventata una città museo. Ma le case degli anni Sessanta, le case degli anni Settanta spesso sono anche costruite in autonomia con progettazione molto discutibile”.
“In mega condomini, per esempio, concentrano soprattutto nelle case popolari, concentrano le marginalità sociali. Il che vuol dire che se voglio descernere per rendere quella parte di città abitabile realmente perché si concentrano molte marginalità che sono difficilmente radicabili e diventano problemi all’interno della città”.
“Ma adesso, quelli che sono nelle case che ci stanno sentendo e negli anni ’60 erano in quelle case lì, adesso quelle lì che fine fanno? Cioè, magari c’è un anziano dentro. La fata degli anni ’60 adesso magari ha 80 anni, 70 anni, ci sta sentendo, che fine fa la sua casa?”
Speculazioni
“Attenzione alle speculazioni”, di questo parleremo dopo perché guardate che già il 110 ha portato un aumento dei materiali incredibile eh, perché i materiali sono quasi raddoppiati per non dire anche triplicati con il 110. Ma torniamo a noi: che fine fa quell’anziano nella sua casa? 40 mila euro li ha? Se non li ha cosa fa? Può vivere lo stesso?”
Continua Carlo Trevisan: “Bisogna vedere quale supporto darà la pubblica amministrazione, bisogna vedere come si affronterà il problema. Sicuramente con l’impoverimento che c’è stato della popolazione che ci stava per dire il nostro amico sindacalista. Non è pensabile che una persona, un pensionato, abbia 40 mila euro mediamente da investire per…”
“O se li ha, solo per la badante, magari messi via per la badante. Magari ha 1200 euro di pensione”.
“Comunque c’è anche un problema di ricostruzione della città. Ripeto, condivido molto quello che diceva il Presidente perché è un’esigenza sociale dare un’immagine diversa”.
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