Le testimonianze sui curanderi
Secondo i testimoni sono stati loro a vedere Alex scappare la notte del 29 giugno verso il fiume Piave in preda ad una crisi. Hanno cercato di rincorrerlo per calmarlo, poi sarebbero tornati dicendo di aver perso le sue tracce. Infine, poco prima dell’alba e dell’arrivo dei carabinieri, hanno lasciato l’abbazia di Santa Bona per non essere più ritrovati.
Le indagini degli inquirenti si stanno concentrando sul lasso di tempo che va dalle 3:00, quando Alex e i due curatori sciamanici si sono allontanati dall’abbazia, alle 6:00 della notte, quando è stato dato l’allarme della scomparsa del ragazzo. Nei prossimi giorni sono previsti altri sopralluoghi nell’abbazia e sul greto del fiume, dove è stato trovato il corpo senza vita del ventiseienne di Marcon.
L’ipotesi di aggressione e l’attesa dell’esame tossicologico
Gli investigatori cercano tracce di sangue e impronte, dopo la scoperta che Alex aveva il cranio fracassato ed alcune costole rotte. Sono poi emersi un’emorragia interna polmonare (a causa della quale ha perso almeno un litro di sangue) e traumi alle gambe. Secondo l’anatomopatologo, i colpi sono stati inferti da oggetti contundenti e non da materiale incontrato casualmente durante la caduta in acqua o dal trascinamento della corrente del fiume.
Non si esclude che il ragazzo possa essere stato aggredito da persone disturbate dal suo arrivo improvviso lungo il fiume. Non è ancora chiaro che tipo di sostanze abbia assunto Alex. Infatti, secondo i partecipanti avrebbe bevuto un decotto di erbe e non il potente allucinogeno ayahuaska. Dunque, sarà l’esame tossicologico a sgombrare il campo da questi interrogativi.
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