Centri commerciali: a quando la riapertura? Parla Patrizio Bertin

Con Patrizio Bertin un'analisi sulla questione della chiusura dei centri commerciali, con uno sguardo al futuro di imprese e e-commerce

Ore decisive queste per i settori martoriati dalle restrizioni. Fiato sospeso per i gestori delle palestre, delle piscine, i ristoranti senza plateatico e per i centri commerciali. Anche in quest’ultimo fine settimana in molti hanno dovuto rinunciare allo shopping nei loro store preferiti.

Centri commerciali ancora chiusi

“Per una parte del commercio è ancora dura però on siamo a regime con nessuna posizione per il momento. Riaprire i centri commerciali vorrebbe dire andare verso la normalità, quello che tutti aspettiamo perchè vediamo che tutti si riversano nei centri storici, ma dobbiamo tentare di ridurre l’assembramento e l’apertura dei centri commerciali potrebbe essere una soluzione, oltre che portare fatturato. Abbiamo dei negozi che lavorano dentro i centri commerciali che sono chiusi da parecchio tempo. vogliamo tornare alla normalità e avere che ogni attività abbia la propria possibilità di sofferenza” spiega Patrizio Bertin.

Pressioni a Roma

“La conclusione regna da parecchio tempo perchè certezze non ne abbiamo avute da parecchio tempo. Abbiamo tantissimi bar e ristoranti che non hanno la possibilità di avere lo spazio all’aperto. Speriamo che anche il governo si metta in testa che cosi non si può andare avanti. Dobbiamo combattere e convivere con questa situazione speranza sui vaccini e la sicurezza dei locali. Dobbiamo tornare alla normalità e anche i centri commerciali dentro avere la possibilità di aprire e lavorare se no ci sarà una moria di negozi” racconta il presidente Confcommercio del Veneto.

Chi aprirà e chi resterà chiuso?

“Quelli che sono rimasti chiusi fino ad adesso perchè non hanno avuto la possibilità di aprire è un incognita perchè non abbiamo la certezza che riusciranno ad aprire. Il numero che al momento è molto elevato a livello italiano son 300 mila attività che non riusciranno ad aprire. Questo è un numero spaventoso perchè se calcoliamo poi i numeri degli addetti che lavorano in queste attività arriviamo a milioni di disoccupati e quindi per il nostro paese sarebbe un dramma. A livello Veneto è un po più contenuta perchè abbiamo tante piccole attività. Noi come associazione siamo attenti e accorti a dare tutti i supporti per dar anche garanzia di sostegno economico, ci stiamo adoperando per sostenere più imprese possibili. Chiaramente non è semplice in queste situazioni soprattutto con questa incertezza che regna ormai da 15 mesi” conclude il presidente Bertin.

Una soluzione dal governo?

“Abbiamo chiesto di vaccinare anche le attività e le imprese. devono però arrivare i vaccini” continua.

Ancora una volta, quindi, viene rimarcata l’importanza dell’immunizzazione. Ma non è l’unico problema.

Un’altra grande questione, secondo Bertin, verte sul caos legislativo attualmente vigente. “la situazione è talmente complicata e incerta a livello normativo -dice – che produce un danno anche al turismo. Le persone non sanno come muoversi né sanno su quali servizi poter contare. Bisognerà farsi trovare pronti con regole chiare per i turisti.”.

Una grande necessità di chiarezza e certezze quella espressa dal presidente Bertin.

Digitalizzazione: sta cambiano il mondo del commercio nella regione?

Da anni il mondo dell’e-commerce ha preso una fetta importane del mercato. Inutile opporvisi.

“Noi siamo stati combattenti contro l’e-commerce anche sbagliando – dice. Bisogna combattere l’e-commerce delle grandi piattaforme che hanno monopolizzato il mondo. Ma la comodità dei clienti di acquistare da casa è una qualità di vita si cui si approfitta e noi dobbiamo essere pronti anche per questo. Ecco perché si chiede la digitalizzazione al Governo”.

Da non sottovalutare, quindi, anche l’importanza del mondo digitale, sempre più parte integrante del mondo commerciale. Non bisogna però dimenticarsi di aiutare e spronare in questo senso le piccole e medie imprese,  il tessuto produttivo di questo paese.

State puntando su internet?

“Sì stiamo puntando sull’e-commerce perché pensiamo che questo mercato si sia allargato molto ed ecco perché è importante fare rete tra le piccole e le medie imprese tramite le associazioni di categoria. Anche le imprese che non hanno la possibilità economica di mettere in piedi un sito fatto bene possono ricevere un aiuto ed è un piccolo successo”.

I centri storici cambieranno?

“Non perderemo mai la vocazione di avere negozi in sede fisica ma si deve unire con l’on-line.

I negozi sono anche una sicurezza perché tengono illuminate le vie e tengono vivi i quartieri. Pensiamo ad un centro storico senza negozi, sarebbe la desertificazione.

Noi facciamo un po’ di battaglia contro i grandi centri commerciali a ridosso delle città, ci deve essere equilibrio”.

Oltre a Venezia nel resto del Veneto c’è l’ombra dell’usura?

“Penso sia in tutta Italia questo pericolo, noi stiamo facendo il nostro lavoro. Si è dimostrata la nostra fragilità con questa pandemia e tante aziende hanno deciso di abbandonare e hanno ceduto. Quando vengono da noi a fare queste vendite facciamo da garanti anche se sono extracomunitari”.

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