Dopo oltre un decennio con la tonaca di don Matteo, Terence Hill torna sul grande schermo con un film che ricorda quelli dei bei tempi insieme a Bud Spencer, mentre a Rovigo Alberto Barbera ha allestito una mostra dedicata al cinema in Polesine.
Arriva nelle sale il 19 aprile un film scritto, diretto e interpretato da Terence Hill: “Il mio nome è Thomas” (QUI il trailer) è una storia on the road, tra Spagna e Italia in cui il protagonista, in sella alla sua motocicletta, affronta un viaggio solitario verso il deserto andaluso, ma durante i preparativi incontra una giovane donna che sconvolgerà tutti i suoi piani e si dimostrerà una vera amica.
Si tratta di una sorta di western moderno, con tanto di sabbia, polvere, scazzottate e “padellate”, che richiama alla mente le pellicole degli anni ’80 che hanno reso celebre Hill in coppia con il compianto Bud Spencer, al quale la pellicola è dedicata.
Nell’attesa, si può fare un salto a Rovigo, a visitare la mostra allestita a Palazzo Roverella dal 23 marzo al primo luglio dal presidente della Mostra di Venezia e del Museo del cinema di Torino Alberto Barbera. “Cinema! Storie, protagonisti, paesaggi” documenta l’importante impatto che ha avuto sulla “settima arte” il Polesine, un’area geografica che coincide quasi del tutto con la provincia di Rovigo, a sud del fiume Adige e a nord del Po, del quale comprende anche il Delta.
La rassegna propone fotografie, manifesti, locandine, documenti originali, sceneggiature, materiali d’archivio, sequenze di film e cinegiornali, soprattutto sull’alluvione del 1951. Secondo Barbera si tende a credere che il neorealismo sia iniziato con “Roma città aperta” di Rossellini, ma in realtà è nato in Polesine con film come “Ossessione” di Luchino Visconti”, “Gente del Po”, un documentario quasi del tutto perduto di Michelangelo Antonioni e “Il mulino del Po” di Alberto Lattuada.