Per la rubrica dedicata al dialetto veneziano oggi cercheremo di definire la parola cogolo. Tra etimologia, uso e storia possiamo risalire al significato di questa parola che può anche cambiare significato differenziata nella posizione dell’accento. COSA PENSANO I VENEZIANI
Cos’è il cogolo?
Come ci sono le trappole per i topi così ci sono anche le trappole per i pesci, una di queste è proprio il nostro cogo’lo. Si tratta di una rete conica ad imbuto con maglia unica. Potrebbe essere definito come un sacco cilindrico cieco, lungo e stretto che si restringe sempre di più e tenuto aperto da alcuni cerchietti.
Storia ed etimologia
Insomma è una specie di cappuccio come ci suggerisce l’origine etimologica latina “cucullus” che significa proprio cappuccio. Il pesce, granchio o anguilla si infila in questo vicolo cieco e una volta entrato non ha può più uscirne. Adesso il cogolo è fatto in filo di nylon. Una volta era di canapa o di cotone e veniva realizzato dalle donne chioggiotte del Palio della Marciliana, esperte conoscitrici dei segreti della pesca.
In italiano
Il termine in italiano si può tradurre con cogolaria, una rete da posta costituita di un sacco a coda tenuto aperto da cerchietti e munito di ali.
La pronuncia
Per quanto riguarda invece la dizione co’golo o cogo’lo, sapete che lo spostamento di un accento cambia totalmente i connotati di una parola perciò se il cogo’lo è questo, il co’golo è tutta un’altra cosa.