“Musica leggerissima” è la canzone di Colapesce Dimartino arrivata quarta in classifica all’ultimo Festival di Sanremo. Un brano che, come Vamos a la playa a Tropicana, dietro al sound catchy raccontano paure e malattie.
La sorpresa di Colapesce Dimartino
“Musica leggerissima”, la canzone sorpresa di Colapesce Dimartino, arrivata quarta in classifica all’ultimo Festival di Sanremo.
La canzone ha ottenuto un ottimo risultato finale, con la vittoria di giornata durante la quarta serata, quella in cui a votare erano i giornalisti accreditati in sala stampa.
Inoltre la canzone dei due cantautori è anche una delle più amate dalle radio, la terza col video più visto e quarta nella classifica Global 50 di Spotify. Buoni numeri per il duo di cantautori che da anni propongono il meglio del cantautorato pop italiano e che sul palco dell’Ariston hanno colpito nel segno.
Il significato della canzone
La canzone, che all’inizio sembra scanzonata, con le sue sonorità anni 80 e il ritornello con cassa in quattro, ha un testo che di leggerissimo ha poco.
Il brano parla di un problema che attanaglia molti e che la pandemia ha amplificato, ovvero quello della depressione: “Metti un po’ di musica leggera Nel silenzio assordante Per non cadere dentro al buco nero Che sta ad un passo da noi, da noi”.
I Colapesce Dimartino hanno alle spalle già altri album a una carriera importante.
Gli effetti della canzone
La giornalista di Radio24, Marta Cagnola, l’ha definito “Effetto Vamos a la playa”. Rifacendosi al brano dei fratelli Righeira.
Un pezzo famosissimo, cantato ogni estate specie nella sua parte più innocua, ma in fondo una canzone che parla della paura atomica: “Vamos a la playa, la bomba estallò. Las radiaciones tuestan y matizan de azul” (“Andiamo al mare, la bomba scoppiò. Le radiazioni bruciano e colorano di blu”).
Ma l’effetto Vamos a la Playa è lo stesso di Tropicana, la canzone più famosa del Gruppo italiano: “Ma che strano sogno di un vulcano e una città, gente che ballava sopra un’isola. Suonava Blue Gardenia, un’orchestrina jazz, l’acqua ribolliva lentamente ad est. L’esplosione e poi, dolce, dolce, un’abbronzatura atomica”.
Guardando all’estero, per esempio ci sono canzoni come “Chandelier” di Sia, uno dei più grandi successi di questi ultimi anni che è un brano che tratta la depressione (“il sole è alto, sono un disastro devo uscire adesso, devo scappare da questo arriva la vergogna, arriva la vergogna”).
Invece, “Barbie Girl” degli Aqua non è un pezzo sulle bambole ma sull’oggettivizzazione della donna.
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