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Coldiretti Venezia: Covid, colpita anche l’intera filiera agroalimentare

Con i ristoranti chiusi e la stagione sciistica già annullata sulla carta si profilano settimane buie anche per l'agroalimentare veneziano. Andrea Colla, presidente della Coldiretti di Venezia denuncia disparità di trattamento nell'import ed export dei prodotti italiani e stranieri

Si prospettano mesi difficili per il settore di produzione ortofrutticola del Veneto. Alle porte di una stagione invernale che rischia di essere priva di turismo e movimento, i supermercati potrebbero non essere in grado di assorbire la produzione alimentare della regione. Ce ne parla Andrea Colla, presidente di Coldiretti Venezia.

Coldiretti Venezia

“Siamo tutti sulla stessa barca” afferma Andrea Colla. “Il comparto turistico e agricolo sono veramente collegati…naturalmente tutta la filiera turistica che riguarda la montagna è molto importante guardando tutte le perle che abbiamo da Cortina fino alla pianura”

Bisogna ricordare come un colpo subito da un settore del commercio, in un ambiente interconnesso come la regione, crei uno shock ad ogni livello. “Colpire la montagna d’inverno vuol dire colpire l’indotto di tutta la regione e quindi tutta Italia” dice Colla.

La concorrenza estera

“Io non sono contrario ad un libero commercio che abbiamo con l’Italia e il resto del mondo, che si tratti di esportare o importare;   su una cosa non transigo: la reciprocità” afferma Andrea Colla. “Se dobbiamo supportare in Italia alcune linee guida per la sanità del prodotto non possiamo accettare che il resto del mondo importi in Italia qualsiasi cosa; mi riferisco per quanto riguarda il cibo ai presidi fitosanitari utilizzati in altri paesi e da noi vietati.  Quello che conta è che certe specifiche siano scritte in etichetta e non basti un cambio di codice doganale per passarlo come nostrano”

“Nonostante il Covid e i blocchi imposti sulle nostre frontiere siamo riusciti a tenere la barra dritta per quanto riguarda esportazioni e autoconsumo… autoconsumo che è stato messo in difficoltà dalle chiusure durante il lockdown e che continua ad esserlo nel parziale”.

Le difficoltà del settore

“Siamo tutti legati gli uni agli altri e in difficoltà…un lockdown verso natale che prevede l’assenza di una serie di situazioni sociali di convivialità metterà per forza in difficoltà un’industria come quella del vino che si basa su queste realtà”

I ristori sono previsti per il settore sotto forma di mancato pagamento di eventuali contributi sui danni subiti per aziende con dipendenti e in base al calo del fatturato, il quale però non si potrà valutare completamente in questo momento ma si vedrà nelle perdite dei mercati che non abbiamo potuto presidiare a causa delle restrizioni rispetto alla competizione. Queste perdita riguardano soprattutto i mercati esteri;  il made in Italy è forte a livello mondiale, specie con UK e USA, in parte a causa Brexit.

“Sicuramente alla fine del Covid ripartiremo alla grande, grazie alla volontà di tornare alla normalità e recuperare lo stile di vita conviviale e di intimità su cui si fonda il nostro settore. Rimane solo guardare il bicchiere mezzo pieno.”

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