Colorificio San Marco, l’industria veneta che colora il mondo

Colorificio San Marco: Un’industria che è cresciuta in tempo di crisi. E ora segna le tendenze all’avanguardia per le pitture e le vernici nel mondo. Federico Geremia, il Presidente di questa realtà, ci racconta la sua storia

Un’industria di famiglia nata in tempo di guerra. A cavallo della seconda guerra mondiale il nonno di Federico Geremia, oggi Presidente del Colorificio San Marco, ha deciso di intraprendere un’attività produttiva di colori e vernici. Un’altra figura fondamentale nella storia di questa impresa è la madre di Federico. Una delle prime donne laureate a Ca’ Foscari, ha mandato il figlio per 8 mesi nello stabilimento FIAT di Milano, dove realizzavano vernici per le automobili.

Una volta tornato, Federico ha capito che era necessaria una svolta di modernità nell’organizzazione e nei sistemi commerciali dell’azienda. Ha scelto anche di mirare all’estero. Un grande fascino l’ha sempre legato all’Oriente, ed è proprio li che oggi vengono esportati la maggior parte dei colori e delle vernici del Colorificio San Marco.

Il mondo arabo ha sempre amato il prodotto italiano. Non solo per i colori, ma anche per l’arredamento, per i tendaggi e i pavimenti. Il Colorificio San Marco ha lanciato due prodotti che ricordano la storia della Repubblica Serenissima: il marmorino, naturale, e lo stucco veneziano, sintetico. Entrambi richiamano delle pavimentazioni diffuse a Venezia e nelle ville venete nel Cinquecento.

Il Colorificio San Marco si definisce una multinazionale tascabile, che punta a produrre prodotti di nicchia e abbastanza esclusivi, affiancati anche da prodotti normali. Questo permette all’azienda di avere un ampio margine di guadagno. L’innovazione e assistenza tecnica rivolta al cliente ha permesso a questa azienda di crescere anche in tempo di crisi. Oggi il fatturato ammonta a circa 70 milioni di euro annui con più di 300 dipendenti in Italia e nel mondo.

 

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