Il Comandante Di Iorio dei Vigili del Fuoco di Venezia, lascia il servizio dal 31 maggio 2020 per raggiunti limiti di età. “Per 34 anni nel Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, con esperienze professionali-lavorative di Comando, dal Sud al Nord, al Centro dell’Italia, ho indossato la divisa con orgoglio, onore, passione, umiltà, a servizio della comunità e della collettività. Ringrazio il Prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, per la bella lettera che ha ritenuto d’inviarmi in riscontro al Saluto rivoltogli, quale massimo rappresentante del Ministero dell’Interno. Ringrazio tutti i colleghi con i quali ho avuto modo di collaborare. Ringrazio la mia famiglia, mia moglie e i miei figli, per essermi stati sempre vicini, ad andare avanti anche nei momenti difficili.” Queste le parole dell’ing. Giovanni Di Iorio nel lasciare il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco.
Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Venezia, dal 27 maggio del 2019. Un periodo breve, tuttavia molto intenso. Oltre 11.000 i soccorsi sotto i suo comando di questo periodo veneziano, dove con il personale ha dovuto affrontare e coordinare varie tipologie di interventi e calamità. Tra cui possiamo ricordare, una nave fuori controllo, l’acqua alta (guarda l’intervista: Giovanni Di Iorio: l’operato durante l’acqua alta eccezionale), incidenti in impianti a rischio rilevante, all’attuale emergenza sanitaria COVID-19 ancora in atto, fino al grande incendio del 15 ultimo scorso presso la 3V Sigma.
Comandante Di Iorio
Prima di arrivare a Venezia è stato alla guida dei Comandi provinciali di Piacenza, Benevento, Asti, Foggia, Ravenna, Rimini, Ancona, dirigente superiore del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, a Roma, presso il Viminale, sede del Ministero dell’Interno, Vicario del Direttore centrale della Direzione per la Emergenza e della Direzione Prevenzione e la Sicurezza, in due diversi periodi. Non ha mai fatto un giorno d’assenza per malattia.
Laureato presso l’Università di Bari in ingegneria meccanica, nel 1983, Di Iorio ha le sue radici in Puglia, in un paesino, Celenza Val Fortore, provincia di Foggia, dove nasce il 30 maggio 1955. Il padre Donato, di Gambatesa, la madre Maria Palumbo di San Bartolomeo in Galdo. In questo pezzo di Appennino meridionale, area interna-marginale-collinare, spina dorsale d’Italia dove s’incontrano Puglia, Molise e Campania, a ridosso del grande lago artificiale di Occhito, in un tempo passato abitata dal popolo dei Sanniti, intraprendenti ed oppositori dei Romani.
Dal 2003 al 2005 al Comando di Foggia, sua terra nativa, coordina gli interventi per il crollo di via delle Frasche, attiva e rende operativi i distaccamenti dei VV.FF. di Lucera, Deliceto, Anzano di Puglia, acquisisce l’area per la costruzione della nuova Caserma dei Vigili del Fuoco.
Ha partecipato con funzioni di Comando a varie calamità naturali ed emergenze nazionali (alluvione del Piemonte 1994, sisma Umbria Marche 1997, sisma Aquila 2009, alluvione Liguria 2011, sisma Emilia 2012, sisma Marche-Lazio-Umbria-Abruzzo 2016, crollo ponte Morandi 2018).
Nel 1998 e nel 2001, rispettivamente, il Ministro dell’Interno gli conferisce l’onorificenza del “diploma di benemerenza con medaglia” e la “croce di anzianità per i 15 anni di lodevole servizio”. Nel 2005 il Presidente della Repubblica l’onorificenza di ‘Cavaliere al Merito della Repubblica’. Nel 2008 il Ministro dell’Interno gli conferisce un Encomio per “l’intervento in favore di una persona in procinto di suicidarsi”, in provincia di Ravenna.