Individuavano le imprese disposte ad emettere fatture false e generare crediti IVA inesistenti. Ora quattro commercialisti, tre di uno studio mestrino e uno di pescara, sono indagati dalla Polizia tributaria di Venezia.
Gli indagati
Risultano indagate 15 persone: i quattro professionisti e poi 11 tra prestanome e utilizzatori, residenti nelle province di Chieti, Pescara, L’Aquila, Treviso e Ravenna. Le aziende coinvolte sono 11 e hanno sede a Venezia, Scorzé, Caorle, Mira, Roma, Pescara e Vasto. I reati contestati sono di evasione fiscale, indebite compensazioni di crediti di imposta, emissione ed utilizzo di false fatturazioni al fine di evadere le imposte sui redditi e l’IVA.
La scoperta della frode
Il sistema ben oliato è stato scoperto nel 2016 con gli accertamenti svolti su una agenzia di pompe funebri di Caorle che aveva un fatturato considerato sospetto. Da lì i finanzieri della tenenza locale hanno coinvolto i colleghi di Venezia, risalendo ai professionisti mestrini che avevano architettato il sistema fraudolento.
Il sequestro dei beni
In tutto sono state ricostruite operazioni inesistenti e relative false fatture per circa 11.340.000 euro, per un importo evaso di oltre 3 milioni: con quei soldi i commercialisti avevano acquistato terreni e appartamenti buona parte a Mestre e automobili tra cui una Jaguar. Tutti beni di cui la procura di Venezia ha disposto il sequestro, assieme ad alcuni conti correnti, disponibilità finanziarie e quote societarie.
Speriamo piano piano vengano a galla tutti questi furbetti…