Economia e società

Confcommercio del Miranese: “siate responsabili nei bar, salviamoli”

Gestori di locali costretti a fare gli ispettori: impossibile lavorare. Gallo e Molinari: «Sono i nostri luoghi del cuore: aiutiamoli osservando le regole»

Impossibile lavorare così. E molti gestori cominciano a pensare che sia meglio tener chiuso, in attesa, magari, di tempi migliori. Confcommercio del Miranese si fa portavoce delle paure di molti commercianti, in particolare gestori di pubblici esercizi, che dopo la ripartenza del 18 maggio si sono scontrati con l’impossibilità concreta di garantire le misure di sicurezza richieste dagli ultimi provvedimenti. Non tanto per le regole in sé, ma per quel senso di “liberi tutti” che sembra accomunare molti consumatori. «Non è così – spiegano dall’associazione – se i clienti non collaborano, alcuni saranno costretti a chiudere, ben prima di ogni decisioni politica». GUARDA IL SERVIZIO: Mirano: ripartenza piena di aspettative

Le regole

Il grido d’allarme è rivolto dunque soprattutto agli avventori. Molti sono habitué dei locali, in particolare quelli diventati punti di ritrovo per molti cittadini, ed è per questo che a loro Confcommercio fa un appello alla responsabilità: «Diversi locali – spiegano il presidente Ennio Gallo e il direttore Tiziana Molinari – dopo pochi giorni si sono dovuti misurare con l’effettiva impossibilità di fare allo stesso tempo i baristi e gli ispettori.

Dopo aver lavorato per garantire distanziamento dei tavoli, igienizzazioni e presidi di sicurezza, molti di loro sentono una responsabilità che di fronte alla non osservanza delle regole diventa insostenibile: dopo due mesi e mezzo di serrata, l’ultima cosa che si aspettano è essere multati o addirittura chiusi per mancato rispetto delle disposizioni. Alcuni pensano che sia meglio chiudere subito finché non saranno ulteriormente allentate le misure e possano sentirsi sgravati da un’incombenza che non sempre si riesce a garantire».

L’appello di Confcommercio del Miranese

L’appello è dunque tutto rivolto ai cittadini consumatori: «I bar vi aspettiamo a braccia aperte – spiegano Gallo e Molinari – ma se vogliamo continuare a brindare e incontrarci tutta l’estate, fin dai prossimi giorni, dobbiamo caricarci di una parte di responsabilità: vanno osservare le norme nei locali, che sono di gran lunga inferiori rispetto a quelle in capo ai gestori: distanze sociali di almeno un metro, non entrare se si ha febbre oltre i 37,5°, tosse o disturbi respiratori e indossare la mascherina quando ci si alza dal tavolo, ci si muove nel locale o ci si reca ai servizi.

Un controllo, un’ammonizione, un richiamo semplice può determinare il destino di un locale, che per tenere aperto sta scalando una montagna. Se tutti facciamo la nostra parte, non solo riusciremo a superare la situazione di pericolo sanitario a cui tutti siamo ancora esposti, ma contribuiremo anche a salvare i nostri locali, che come i negozi sono l’anima dei nostri paesi e presidio di socialità e sicurezza. Sono i nostri bar, i luoghi del cuore a cui molti di noi sono affezionati da anni: mai come ora la nostra salvezza dipende dal nostro comportamento».

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