Confindustria Venezia: il piano industriale per il rilancio del territorio

Confindustria Venezia Rovigo: 26 mila nuovi posti di lavoro, uno ogni 320.000 euro impegnati, 2,4 miliardi di investimenti. Con la creazione di una Zona Economica Speciale (Zes), nell’Area Metropolitana di Venezia e Rovigo, queste previsioni potrebbero concretizzarsi.

È con questo studio che il Presidente di Confindustria Venezia Rovigo, Vincenzo Marinese, si presenterà all’Assemblea Generale, giovedì 24 gennaio a Venezia, alle 17, nella sede di VTP. “IL FUTURO È NELLE NOSTRE MANI” il titolo dell’evento, che coinvolge istituzioni, enti, associazioni, invitandoli a cogliere gli stimoli offerti dallo studio.

Il progetto si propone di tracciare le strategie economiche del futuro, di mettere a sistema e valorizzare le grandi potenzialità già presenti. Un’ottima rete di infrastrutture, che comprende un sistema di trasporti interconnesso con porto ed aeroporto e un tessuto di piccole e medie imprese, capace di sviluppare eccellenze sia in distretti, che in filiera con le grandi aziende.

Gli aspetti che già caratterizzano la realtà produttiva del territorio di Venezia e Rovigo, tuttavia, da soli non bastano per affrontare gli scenari economici e commerciali dell’immediato futuro, né per intercettare i canali del mercato globale, che oggi passano per esperienze fortemente innovative, in particolare la Via della Seta marittima e terrestre, di recente varata dalla Cina.

Per cogliere tali occasioni di crescita, la scelta di elaborare un piano industriale, che identifica gli obiettivi da raggiungere, le strategie ed i mezzi per dare al territorio di Venezia e Rovigo l’opportunità di inserirsi nello sviluppo commerciale globale, attraverso l’istituzione di una Zona Economica Speciale che, come in altri Paesi, può attivare un enorme volano di crescita.

“Questo studio – dichiara il Presidente di Confindustria Venezia Rovigo Vincenzo Marinese – traccia le linee e le potenzialità di sviluppo che potranno interessare l’area di Venezia
Metropolitana nell’arco dei prossimi sette-dieci anni. Le azioni previste indicano alle istituzioni locali ed il governo nazionale la strategia per facilitare lo sviluppo delle imprese. Grazie alla Zes di Venezia e Rovigo si potrà colmare il gap di cui il nostro meraviglioso territorio purtroppo ancora soffre rispetto ad altre realtà europee, simili per storia economica, infrastrutture e tessuto produttivo. È alla politica ed alle amministrazioni locali e nazionali che ora tocca agire senza perdere tempo prezioso. Non dobbiamo trovare pretesti. Non dobbiamo essere invidiosi di ciò che hanno gli altri, ma dobbiamo guardarci dentro, assumerci le nostre responsabilità, essere coraggiosi, perché il futuro è nelle nostre mani”.

“Quello che abbiamo chiamato Area Estesa di Venezia e Rovigo è un territorio non solo ricco di storia, ma dove si concentra una elevata cultura imprenditoriale, unita ad una buona dotazione di servizi e infrastrutture” – dichiara Marco Daviddi, Partner di EY, Leader Transaction Advisory Service nell’Area Mediterranea. “Dalle analisi sulle prospettive di sviluppo futuro di questo territorio ne emerge un quadro interessante con delle rilevanti opportunità: la cultura imprenditoriale diffusa può contare su un capitale umano significativo, con un buon tasso di innovazione, premessa essenziale per competere e per affrontare la sfida della evoluzione delle competenze e dei talenti. Esistono, ad ogni modo, margini di miglioramento nella collaborazione tra pubblico e privato sul tema della formazione, R&S, produttività del lavoro e, per quanto attiene un ulteriore sviluppo delle dotazioni infrastrutturali. Il territorio offre, inoltre, opzioni localizzative estese per progetti di reindustrializzazione, nei settori a maggior valore aggiunto e innovativi. La
realizzazione di una Zona Economica Speciale, unita a investimenti infrastrutturali, potrebbe essere il motore in grado di determinare una rilevante accelerazione da parte degli investitori privati. Dai nostri studi, anche sulla base del confronto con analoghe esperienze internazionali, stimiamo che questi investimenti potrebbero mobilitare risorse sino a Euro 2,4 miliardi, generando circa 7.600 posti di lavoro diretti e circa 19.000 posti di lavoro nell’indotto”.

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