Giusto 100 anni fa tra il 23 ed il 25 Marzo 1922, politici, grandi proprietari terrieri, economisti, ingegneri e agronomi, si incontravano a San Donà di Piave nel congresso regionale Veneto della bonifica. Allo scopo di coordinare l’azione di bonifica rendendo coltivabili i terreni paludosi, creare nuove opportunità di lavoro e aumentare la produzione agricola. In un’Italia che stava ancora facendo i conti con la Prima Guerra Mondiale.
100 anni del congresso della bonifica “Leggere il passato per immaginare il futuro”
Dopo un secolo esatto, sempre a San Donà di Piave, si è tenuto un simposio intitolato “Leggere il passato per immaginare il futuro” che ha aperto le celebrazioni per il centenario del congresso della bonifica. Per tutto il 2022, sono previste tantissime iniziative, coordinate dall’ANBI, Associazione Regionale Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue e dall’Università degli studi di Padova.
Paolo Sambo, pro Rettore Università di Padova
“Le sfide sono tutte difficili ma questo non scoraggia nè ANBI, nè l’Università, nell’affrontarle. E’ il quinto anno in cui questa abbinata funziona. E’ un’attività che ha preso piede, che è cresciuta e che spazia dalla cultura alla tecnica o alla scienza, come vediamo nei programmi presentati.” dichiara il pro Rettore dell’Università di Padova.
“Quanto è cambiato questo territorio in 100 anni di bonifica?”
Andrea Cereser, Sindaco di San Donà di Piave
“Ha reso fertile, utilizzabile, fonte di sostentamento economico una parte di terra che era invasa dall’acqua. Ha bonificato da una malattia, la malaria, che ha mietuto migliaia e migliaia di vittime. Ci ha donato quello che adesso conosciamo come una delle parti migliori del Veneto, meno antropizzate, e più ricche di campagna e di paesaggio. In questo momento la memoria è importante, ma io non riesco mai a distinguere tra memoria ed impegno. Nel senso che ripercorrere, la storia di questi pionieri ci deve motivare da adesso in poi a fare la nostra parte.” risponde il Sindaco di San Donà di Piave.
Giorgio Piazza, Presidente Consorzio Bonifica Veneto Orientale
“100 anni fa ci riuscirono, con grande visione e coraggio a stabilire oltre che la bonifica agraria, la bonifica idraulica anche la bonifica umana. Questo era il tema affidato a Silvio Trentin, 100 anni fa. Noi, più sommessamente vorremmo essere in grado tutti assieme di creare quel percorso per i quali recuperiamo una naturalità dei nostri territori per spingerli nel futuro per chi verrà dopo di noi. Che si ricordino e che trovino un ambiente con grande capacità di resilienza rispetto ai temi che vengono imposti da tutte le attività umane.”
Francesco Vincenzi, presidente ANBI
“Sfide che hanno un unico comune denominatore: l’acqua. Un’acqua che dev’essere gestita per garantire la sicurezza dei territori ma che dev’essere gestita per riuscire ad aumentare la produttività dei nostri terreni. La nostra agricoltura, che è irrigua, è grazie alla distribuzione dell’acqua che dovremo saper fare in modo sapiente e puntuale. Aumentando anche la superficie irrigua dovremmo riuscire a migliorarla attraverso l’infrastruttura ma sopratutto la capacità di trattenere l’acqua quando piove. ”
Francesco Calzavara, assessore regionale di bilancio e demanio
“Oggi viviamo i tempi del piano nazionale di ripresa e resilienza. I tempi che devono vedere la capacità di usare bene le risorse, messe a disposizione dell’Europa per creare le migliori condizioni di tenuta di questo territorio. E di continuare la crescita che ha contraddistinto uno dei luoghi più capaci di interpretare il secolo scorso e dev’essere pronto per le sfide di questo secolo.”