Quella che è stata definita da tutti una polveriera, ossia la base di Conetta, ha la miccia innestata
Secondo giorno di protesta oggi dei profughi che hanno continuato la marcia a piedi verso Venezia per andare a parlare con il prefetto Carlo Boffa. Lui gli è andato incontro con il questore Vito Gagliardi e la marcia si è fermata a Codevigo.
Al termine del lungo colloquio in cui i migranti non hanno soltanto lamentato la paure per il freddo in arrivo, dato che sono state tolte per sicurezza le stufe dal campo, ma anche la loro frustrazione per il tempo che stanno perdendo in un luogo dove non sono avviati all’integrazione, non viene loro insegnato l’italiano, non viene concesso il permesso di soggiorno e non vien loro consentito di trovare un lavoro.
Hanno deciso di rimanere a Codevigo dopo aver trascorso la notte nei due bus della cooperativa Edeco. Il problema è che per i 1100 profughi non ci sono all’orizzonte soluzioni alternative Stallo a Codevigo, ma anche a Conetta, dove è stato chiuso il cancello da chi è rimasto disfatto occupando il campo. Indubbiamente Conetta sta diventando il modello di accoglienza che smentisce nei fatti le belle parole della presidente della camera Laura Boldrini.