I temi del convegno: la gestione dell’acqua e il caso di Venezia
Si tratta di un’esperienza giunta alla terza edizione e che anno dopo anno si è arricchita di contributi e testimonianze. Queste, infatti, sono arrivate non soltanto dal mondo scientifico ma anche di quello della politica, del popolo della montagna e di quello del mare. Si è parlato molto in particolare di quello che potrebbe essere il destino della laguna di Venezia, soprattutto dopo l’entrata in funzione del sistema Mose.
Queste le parole di Alessandro Costa, direttore di Fondazione Venezia. “Il modo in cui abbiamo approcciato questo seminario è stato quello di provare a portare l’attenzione sulla gestione dell’acqua. In questo caso, in particolare, abbiamo parlato proprio della sua gestione fisica. Si è parlato, cioè, del modo in cui la soluzione adottata da Venezia attraverso il sistema Mose le ha consentito di passare dall’essere tra le prime città più minacciate da questi fenomeni idrici, ad essere, invece, almeno per decenni, tra le città più protette al mondo”.
“Quindi, abbiamo provato anche a raccontare la propria esperienza tecnica, così da vedere se questa può essere utilmente reimpiegata e riadattata in altri contesti. Secondariamente, però, il fatto che il territorio veneziano sia ora protetto da fenomeni di allagamento ci ha fatto ripensare o pianificare in maniera più piena lo sviluppo”.
Le città cinesi ospiti dell’incontro tra confronti ed esempi virtuosi
Tra i protagonisti del dibattito ci sono state anche quattro città cinesi: Suzhou, Hangzhou, Yangzhou e Wuxi, riconosciute patrimonio UNESCO. Tutte e quattro sorgono sull’acqua proprio come Venezia e hanno adottato una serie di interventi. Questi ultimi, in poche parole, mirano a mitigare l’impatto degli eventi atmosferici e garantire l’approvvigionamento con risparmio delle risorse.
In queste città cinesi, poi, le opere di bonifica su ampia scala si sono trasformate in esempi di rigenerazione urbana e ambientale. La loro riapertura di grandi parchi pubblici, che ospitano grossi eventi e festival affacciati sui rispettivi corsi d’acqua, infatti, offrono un bell’omaggio allo spirito di Marco Polo.
Parla così Massimiliano De Martin, assessore all’ambiente del Comune di Venezia. “Anche quest’anno siamo qui, per il terzo anno, per trattare il tema dell’acqua dalle Dolomiti al mare. Un tema così caro alla città, che da sempre l’ha affrontato in tutte le sue forme e le sue dinamiche. Per di più, quest’anno sono 700 anni della morte di Marco Polo e lo vogliamo dedicare a lui, proprio tenendo presente che il suo viaggio di ritorno l’ha fatto proprio per acqua. Non solo, il tema dell’acqua l’abbiamo impostato anche sull’internazionalità. Quest’anno hanno partecipato, infatti, quattro città cinesi, visitate da Marco Polo e dove ha vissuto e amministrato. Abbiamo capito dagli interventi che sono stati fatti questa mattina, insomma, che il problema dell’acqua è un problema globale”.
Il Rifugio Galassi e l’escursione del CAI
“Risorsa acqua, dalle Dolomiti al mare: qualità sviluppo e biodiversità” è promosso dall’Assessorato all’Ambiente del comune di Venezia e dal CAI di Mestre. Proprio il Club Alpino Italiano ha organizzato un’escursione alla Forcella Grande dell’Antelao per scoprire, con il geologo Alberto Riva dell’Università di Ferrara, le origini delle Dolomiti.
Conclude con queste parole Alessandro Bonaldo, presidente Cai di Mestre. “Sono soddisfatto e compiaciuto dello sviluppo che ha avuto questo tipo di evento. L’acqua, sempre di più, sta diventando un problema importantissimo, specialmente l’acqua dolce.”
Anche il Rifugio Galassi, sede del convegno, ha preso parte al dibattito, spiegando come è cambiato negli anni l’utilizzo dell’acqua nel rifugio, illustrando il ciclo delle acque reflue e facendo, infine, un sopralluogo alla sorgente che rifornisce di acqua potabile.
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