Due anni di lavori raccontati in un documentario che va dritto al cuore di Canova. Si intitola infatti proprio così “Cor Canovae” il filmato relativo al restauro del celebre cenotafio che si trova a Venezia nella Basilica di Santa Maria dei frari dov’è custodito il cuore dello scultore che ha riportato in auge la bellezza dei classici.
Il Cenotafio di Antonio Canova
Il Cenotafio di Antonio Canova innalzato nel 1827 nella navata sinistra della Basilica dei frari fu fortemente voluto dal Conte Leopoldo Cicognara e realizzato dai migliori allievi di Canova, tra cui gli scultori: Antonio Bosa; Rinaldo Rinaldi; Jacopo De Martini e Luigi Zandomenighi, su modello che lo stesso Canova aveva preparato per un monumento a Tiziano nel 1794.
All’interno del monumento è custodito il cuore dell’artista, mentre il corpo è tumulato nel Tempio canoviano di Possagno, luogo di nascita dello scultore.
Il gruppo marmoreo è stato oggetto di un complesso intervento di restauro, conclusosi il 13 ottobre 2022 in concomitanza con il bicentenario della morte di Canova.
Il documentario “Cor Canovae”
Cor Canovae è il racconto, attraverso le testimonianze dei protagonisti direttamente coinvolti del cantiere di restauro in una rinnovata dialettica tra allievi e maestri; tra storie e tecnica e formazione.
Le immagini del documentario a cura di Federica Restiani e Giovanni Giannelli per la regia di Jean Pascal Porcel. Restituiscono l’opera nei suoi molteplici aspetti storico-artistici dando grande spazio alle tecniche di restauro messe in pratica in 2 anni di cantiere.
Venerdì 20 gennaio alle 17:00 la prima veneziana a Palazzo Franchetti, sede dell’istituto di scienze; lettere ed arti al quale si può acceder gratuitamente fino ad esaurimeneto dei posti. Presenta l’evento Paola Marini
Il restauro del monumento a Canova, eseguito dal laboratorio di Ottorino Nonfarmale e finanziato dal Comitato britannico per la salvaguardia di Venezia è durato 2 anni.
Dall’estate 2020 all’ottobre 2022 ed ha perfettamente restituito al monumento funebre la necessaria stabilità conservativa, che permette di ammirare l’opera in tutta la sua essenzialità di linee e volumi.
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