Coronavirus: aggiornamenti del 2 aprile. Calano i contagi in area critica

E' sempre più debole l'impatto del Coronavirus in Veneto. Quasi trenta le persone uscite dalla zona critica e le terapie intensive accolgono tre pazienti in meno rispetto a ieri. I virologi: bisogna pensare ad una strategia per convivere con il virus

Coronavirus ,partiamo dalle buone notizie: rallenta la curva dei decessi (+14) nella notte tra mercoledì e giovedì e si attenua la pressione nelle rianimazioni, meno 3 intubati. In area non critica ci sono 26 persone in meno rispetto a mercoledì.

Coronavirus

La brutta notizia è che crescono, però, di oltre 360 i casi i positivi al Sars-Covid2 in Veneto, superando la quota di 10.100 da inizio dell’epidemia. Numero che depurato da decessi e negativizzati scende al di sotto dei 9000. I deceduti nel Veneto, finora, assommano a 532 in totale. Torna lievemente a salire, infine, il numero dei soggetti in isolamento, 20.278.

Medici deceduti

È salito a 69 il numero dei medici deceduti. Intanto per aiutare ad arginare il contagio, arriva da oltre oceano uno studio, svolto da ricercatori cinesi e americani, secondo cui la metà dei pazienti trattati con sintomi lievi di Covid-19 presenta ancora il virus nell’organismo (e quindi sono potenzialmente contagioso) fino a 8 giorni dalla scomparsa dei sintomi. Significa, dunque, che bisogna trattare i pazienti divenuti asintomatici come quelli sintomatici per altri otto giorni dalla guarigione. Lo studio è stato pubblicato sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine ed è stato condotto da esperti del Treatment Center of PLA General Hospital a Pechino insieme a colleghi della Yale School of Medicine.

Giovanni Rezza, direttore Malattie infettive dell’Istituto superiore della sanità, in un’intervista di oggi a un quotidiano ha detto che finora la guerra è stata combattuta in difesa contro il virus ora è tempo di pensare ad una strategia e passare all’attacco. Questo perché il virus «circolerà finché non si crea un’immunità di gregge, o arriverà il vaccino e ci vorrà oltre un anno. Forse d’estate si trasmetterà di meno, ma ad autunno ci sarà il rischio che riparta. Bisogna, dunque, mettere a punto misure per far convivere gli uomini con il virus e interrompere l’isolamento , uno stato, quest’ultimo, destinato a causare, nel tempo, danni psicologici, oltre che a devastare l’economia».

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