Per due settimane hanno tenuto aperto senza incassare un euro e, ora, gli albergatori veneziani puntano alla cassa integrazione. I dirigenti dell’associazione di categoria Ava hanno in programma un andirivieni per Roma la prossima settimana per chiedere aiuti per imprese e addetti a causa del coronavirus. In questo momento gli alberghi aperti sono vuoti o pagano il personale per una sola stanza occupata. A cascata è in crisi tutto l’indotto.
Coronavirus e la crisi
I 108 taxisti della Cna e della Cgia di Mestre hanno visto crollare la loro attività dell’80 % negli ultimi 15 giorni e hanno chiesto al Comune di ridurre, in via sperimentale e provvisoria, le presenze minime dei taxi in servizio nei posteggi di stazionamento a Mestre, a Piazzale Roma e all’Aeroporto. Ogni operatore riesce a fare al massimo 2 o 3 servizi al giorno prestazioni che non consentono nemmeno di coprire i costi. Anche per loro sono previsti incontri a Roma per chiedere la sospensione di alcuni versamenti tributari o misure a sostegno del reddito.
Non va meglio per i colleghi che guidano i bus turistici impiegati per le gite scolastiche, nè per il servizio di noleggio auto con conducente, solitamente chiesto dagli uomini d’affari, dato che le aziende hanno limitato gli spostamenti dei loro dirigenti facendo crollare i transfert da e per gli aeroporti, hotel e ristoranti, anche nel nostro territorio.