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Corsi Internazionali di Alta Cultura della Fondazione Cini

Mancavano da 18 anni e ora sono tornati, parliamo dei  Corsi di Alta Cultura della fondazione Cini. Nati nel 59 con il professor Vittore Branca, hanno contribuito in modo sensibile all'animazione culturale di Venezia attraverso il richiamo esercitato dal prestigio dei relatori, docenti e studiosi di fama mondiale. La direzione è del professor Carlo Ossola, il tema è la distanza

Venezia capitale intellettuale, anche grazie ai Corsi Internazionali di Alta Cultura della Fondazione Cini all’Isola di San Giorgio. Una tradizione prestigiosa, alla quale, per 40 anni, hanno contribuito i protagonisti del pensiero moderno e che ora, dopo 18 anni di assenza, torna con un tema quanto mai appropriato al nostro mutato stile di vita. “Dimore della distanza”, un tema che il direttore del corso, il critico letterario Carlo Ossola, fa declinare per 4 giornate: dal 16 al 19 novembre, in altrettante differenti prospettive.

L’intervento di Carlo Ossola

Carlo Ossola, direttore del Corso Internazionale Alta Cultua, Fondazione Cini ha dichiarato. “‘Dimore della distanza’ indica quello che ci è stato imposto dalla pandemia, è tuttavia possibile, e auspicabile, in ciò che ha di positivo. Non si può prendere una misura se non si è alla giusta distanza. Ma non si può neanche valutare l’oggetto artistico, che è spesso messo in prospettiva, se non si è alla giusta distanza. Certo, queste sono distanze sperimentabili dal singolo. Poi ci sono quelle distanze infinite, non sperimentabili, solo immaginabili. Così avremmo di fatto due relazioni di cosmologi e astronomi che ci spiegano come la nostra galassia, e questo lo diceva già Leopardi, sia un piccolo puntino nell’universo che ci circonda. Quindi l’uomo, per quanto misuri e sogni, resta sempre un granellino nell’infinità dell’universo”.

I Corsi Internazionali di Alta Cultura

Da Adorno a Zanzotto, passando per McLuhan, Bart e Starobinski. I Corsi Internazionali di Alta Cultura, avviati nel 1959 dall’illustre italianista Vittore Branca, hanno espresso fin da subito un taglio ampiamente interdisciplinare. Una vocazione illuminante che non si è mai persa.

Ha poi continuato. “I grandi maestri, come scriveva Roland Barthes, non si fabbricano come le automobili. Lo diceva anche Vittorio Sereni, come Roland Barthes ce né uno per secolo e poi bisogna farne memoria. Qui sono passati i grandi testimoni della storia dello spirito. Proprio ieri riguardavo il libro delle firme e, nel 2002, venne per l’ultima volta Jan Robert Leegte. Nel breve motto che lasciò nel libro degli ospiti ha lasciato scritto: ‘quanti ricordi per quelli che sono venuti, quanto pensiero ci da la fondazione, quanto impegno dobbiamo assumere per continuarla’. Ecco questo rimane irrepetibile, perché non ci sono più gli Starobinski, gli Adorno, i Roland Barthes, Ezio Raimondi; che erano, diciamo così, ospiti costanti. Però rimane un’esigenza. E cioè che la vera ricerca si fonda sulla fiducia reciproca, sull’amicizia e soprattutto su una generosità di fondo. Che poi vuol dire nella sua etimologia generosità e capacità di generare avvenire. Quindi ci vuole generosità di spirto. La Fondazione è fatta per questo. Quest’anno abbiamo ospiti che hanno abbandonato per una settimana i loro compiti, i loro doveri, per essere tutti qui tutta la settimana. E quindi creare comunità con i giovani borsisti che saranno i futuri interpreti. Magari fra di loro ci sarà, un domani chissà, un futuro maestro.

La richiesta di partecipazione al rinato corso internazionale di alta cultura è stata altissima. Segno evidente di quanto il dialogo, la riflessione e la ricerca, siano una necessità da non ignorare e la speranza è che adesso il filo non si interrompa.

La conclusione di Renata Codello

Renata Codello, segretario generale Fondazione Giorgio Cini ha così concluso. “Riprendere il corso significa un po’ misurare la temperatura di questi tempi nuovi. Faremo delle valutazioni molto attente con le nuove generazioni. Vedremo i temi che il professor Ossola, con gli illustri relatori che sono giunti qui da diversi paesi stranieri, ci hanno preparato. Quali saranno gli spunti e gli argomenti che emergeranno, faremo tesoro di questo per immaginare altri Corsi Internazionali di Alta Cultura”.

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