In seguito a un’indagine svolta dalla Guardia di Finanza, 3 persone sono state arrestate poichè si erano rivolte alla criminalità cinese per evitare di versare delle imposte.
Coinvolta la criminalità cinese
Per non versare le imposte si sarebbero rivolti alla criminalità cinese sottraendo al fisco un gettito di almeno 60 milioni di euro. Questi i risultati di un’indagine della Guardia di Finanza di Venezia che ha portato in carcere tre persone residenti a Fossalta di Portogruaro, Portogruaro e San Michele al Tagliamento.
Un quarto complice, di Cessalto, è finito agli arresti domiciliari. Nell’organizzazione c’erano anche esponenti della malavita cinese di Padova che facevano da supporto per inviare i capitali ad una banca a Shanghai.
Modus operandi
Il modus operandi era simile a quello ormia collaudato da anni. L’organizzazione, che aveva sede a Portogruaro, emetteva fatture inesistenti riguardanti rottami e bancali. Questo per coprire il nero dato dagli imprenditori che non volevano farsi scoprire dal fisco. I liquidi poi finivano su conti correnti esteri intestati a prestanome, teste di legno in gergo, e in una banca cinese.
I criminali avevano l’incarico di raccogliere il contante al netto della percentuale per il servizio reso. I finanzieri di Portogruaro inoltre hanno sequestrato denaro, beni mobili e immobili degli indagati per un ammontare di circa 10 milioni di euro, quale provento delle condotte illecite. Infine hanno effettuato 11 perquisizioni nelle province di Venezia, Padova, Treviso e Udine.