Crisantemi in vendita: scoppia la guerra dei fioristi contro i fruttivendoli

La denuncia di Samuele Seno, fiorista della Confartigianato San Lio: “È come se noi fioristi ci mettessimo a vendere anche bottigliette d’acqua, con la scusa che potrebbero servire per innaffiare, o frutta e verdura definendoli vegetali ornamentali. Evidentemente porteremmo via clienti ad altri operatori”.

Banane, lamponi e … crisantemi. Nemmeno con l’approssimarsi delle giornate di commemorazione dei Defunti si ferma la guerra dei fiori, ovvero la tentazione dei fruttivendoli di mettere margherite, piante varie, e in questo periodo pure crisantemi, in vendita tra frutta e verdura.

La denuncia di Samuele Seno

Questa volta a denunciare la fastidiosa situazione è Samuele Seno, fiorista della Confartigianato San Lio che esprime il disagio di un’intera categoria.

“La furberia di alcuni fruttivendoli, che senza scrupoli vendono anche merce che propriamente frutta e verdura non è, continua ormai da troppo tempo. Purtroppo per noi è sempre più un problema diffuso. Di fatto è ormai diventata furba prassi, e per noi fioristi è diventato un reale problema di concorrenza sleale. Nemmeno in questo particolare periodo dell’anno si ferma, anzi si diffonde.

La cosa non è di poco conto, perché per chi vende solo piante e fiori ornamentali per mestiere e per vivere, convivere con questa “prassi” improvvisata, è diventato un problema economico.”

Concorrenza sleale

“È come se noi fioristi ci mettessimo a vendere anche bottigliette d’acqua, con la scusa che potrebbero servire per innaffiare, oppure frutta e verdura definendoli vegetali ornamentali. Evidentemente porteremmo via clienti ad altri operatori. Il Comune si sta impegnando per il decoro della città.

Ha parlato di una stretta sul commercio contro i negozi di paccottiglia, annunciando l’estensione degli ambiti di tutela anche oltre l’area marciana e di Rialto per limitare i negozi di cianfrusaglie. Bene, faccia un piccolo sforzo in più per mettere anche delle regole definitive sulla questione fiori, bòcolo e mimose compresi.

Se una persona vende commestibili come frutta e verdura, non può vendere anche non commestibili come piante e fiori, o viceversa. Oppure ne prenda atto, e consenta legalmente ai fioristi di vendere merci commestibili, dandoci le stesse opportunità di chi questo diritto se lo è già preso da tempo a danno dei fioristi”.

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