Un’istanza di accesso agli atti rivolta alla Prefettura di Venezia, ai sensi della legge n. 241/90 sulla trasparenza del procedimento amministrativo, per potere prendere visione di tutti i documenti e le attività riguardanti il centro della Croce Rossa di via Levantina. È, questa, l’ultima iniziativa di Confcommercio San Donà-Jesolo, volta a tutelare la città e gli imprenditori per i danni subiti a seguito dell’emergenza sanitaria scoppiata il mese scorso nel centro della Croce Rossa Jesolo
Croce Rossa Jesolo
“Come operatori economici della città – spiega il delegato comunale di Jesolo, avvocato Alberto Teso – abbiamo il diritto di sapere cosa, in concreto, si sta facendo e cosa è già stato fatto in ordine al grave problema della gestione del centro, di cui molto opportunamente il nostro sindaco ha chiesto il commissariamento. Si poteva intervenire prima, evitando che si contagiassero ben 54 persone? Ed in ogni caso, chi risponde dei danni causati alla città ed alle imprese, alcune delle quali avevano addirittura assunto, ovviamente in regola, dei profughi ospitati nel centro? Ci sono stati ritardi od omissioni? Perché Croce Rossa, Ulss4 e Prefettura si sono mosse solo dopo la nostra denuncia per epidemia colposa e la successiva diffida a non fare uscire nessuno dal centro?”.
I danni subiti
Alla Confcommercio di Jesolo si sono rivolti già diversi imprenditori, per chiede di essere tutelati e risarciti per i danni subiti a seguito della cattiva gestione dell’emergenza sanitaria al centro della CRI.
“Il fatto che sia stato deciso di chiuderlo dopo le nostre denunce – continua Teso – è la prova migliore che avevamo perfettamente ragione e, con noi di Confcommercio, l’Aja, l’;amministrazione comunale e diversi esponenti politici locali, che da anni di battono per la chiusura del centro. I documenti che la Prefettura ci dovrà certamente dare, perché noi abbiamo titolo per vederli e, soprattutto, perché l’autorità amministrativa non ha nulla da nascondere, serviranno per comprendere se ci sono responsabilità ed a chi devono essere attribuite.
A questo seguirà la causa per danni: chiederemo al tribunale civile di essere risarciti, come imprese e come città, per gli ingenti danni subiti, sia direttamente sotto il profilo economico, ad esempio, per le disdette giunte dopo la diffusione della notizia dei contagi, sia per la lesione all’immagine della città, che ha vanificato sforzi ed investimenti enormi. Non accetteremo che questa cosa finisca a tarallucci e vino, potete starne certi”.