Crollo turisti: persi 55 mila posti di lavoro

Stanno peggio gli stagionali del turismo. I dati della Fondazione Corazzin della Cisl Veneto parlano della scomparsa di 55 mila posti di lavoro nel Veneto e si tratta di addetti che non hanno ricevuto aiuti. Serve, dice il sindacato, destagionalizzare il turismo.

Crollo dei turisti: 30 mila licenziamenti a causa del Covid. I settori principalmente colpiti sono alberghi e ristoranti. Anche i lavoratori stagionali sono in crisi per il fatto che non c’è più turismo.

La pandemia ha colpito soprattutto ristoratori e albergatori

Persi 30 mila posti di lavoro in un anno nel mondo della ristorazione, ossia un terzo e altri 25 mila nell’alberghiero ossia la metà degli occupati. Dopo un anno di pandemia il comparto turistico tira le somme nel Veneto e rivela uno scenario da lacrime e sangue.

I dati del 2019 e del 2020 diffusi dalla fondazione Corazzin, il centro studi della Cisl veneto, non sorprendono, ma spaventano perché secondo gli analisti mai una crisi era stata così profonda al punto da paralizzare l’intera filiera e mostrare la fragilità storica. E si consideri che ancora oggi non è del tutto possibile prevedere l’impatto sui licenziamenti, fino ad oggi bloccati.

Crollo turisti

Tradotto in denaro la mancanza dei turisti scesi da 20 a 7 milioni ha fatto crollare i consumi di ben 3 miliardi e 160 milioni di euro, se si considera che la spesa media giornaliera dei turisti per viaggi di vacanza nel 2019 in Italia era stata pari a 81 euro. Si tratta di un comparto vitale per la ragione che ha rappresentato nel 2019 il 14% e occupato tra commercio, alberghi e ristoranti 431 mila addetti.

I più esposti sono stati i lavoratori stagionali che non sono stati aiutati e che stanno vivendo drammi che non si vedevano dal dopoguerra per questo la Cisl punta il dito sulla stagionalità del nostro turismo definendolo una fragilità a cui porre rimedio puntando sul turismo tutto l’anno e fornire nuove attrazioni legate alla cultura e all’agroalimentare e puntando sul turismo di qualità. E’ necessario formare nuovo personale propone il sindacato utilizzando i fondi del recovery.

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