Stefania Stea Vice Presidente Associazione Veneziana Albergatori parla del green pass, del futuro del turismo e degli alberghi di Venezia. A intervistarla la nostra Maria Stella Donà
Il green pass come il coprifuoco?
“Noi chiediamo come, tutte le altre categorie, una programmazione più definita o definitiva perché non riusciamo a partire.
Per partire abbiamo bisogno che il nostro paese sia pronto ad accogliere i turisti, per ora sembra che siano la Grecia e la Spagna più pronte di noi.
Dall’estero arriva sempre un messaggio sbagliato dell’Italia, questo lo vediamo nelle nostre prenotazioni. Quando arriva un DPCM le cose cambiano, arrivano cancellazioni”.
Perché le persone cancellano?
“Il motivo principale è l’orario perché non vieni a fare una vacanza e poi andare a letto alle 9/10 di sera.
Poi abbiamo visto i pochi coraggiosi che sono venuti a Venezia essere messi in quarantena e quindi hanno cancellato in molti, ora abbiamo solo pochi turisti italiani”.
Poi siamo a maggio quando Venezia iniziava a riempirsi…
Sì a maggio iniziano le manifestazioni, l’inaugurazione di mostre, gli eventi, La Biennale, il Salone Nautico, ecc… Oltre a questo c’è tutto quello gira intorno, feste ed eventi a cascata anche grazie ai giornalisti che vengono. Qualcuno ha aperto altri hanno chiuso, in generale è una situazione precaria
Voi avete lanciato questa iniziativa di presentare mostre gli alberghi di Venezia, me ne può parlare?
“In realtà abbiamo fatto diverse iniziative, abbiamo preso spunto dai 1600 anni di Venezia e l’abbiamo chiamata 1600 emozioni poiché le nostre strutture derivano da palazzi che hanno la loro storia e che hanno ospitato molti personaggi famosi.
L’idea nasce anche dal fatto che molti veneziani erano dei mecenati, amavano l’arte e raccoglievano collezioni, dipinti e arte varia. Molti albergatori, a titolo gratuito, hanno esposto le loro opere aprendo le porte altri invece hanno creato, seguendo un filo conduttore di questo 1600 come Palladio, Casanova, Goldoni, qualcosa nella propria struttura. Sono albergatori che hanno intere collezioni di Milesi, De Luigi, ecc… io per esempio ho una collezione di ceramica di Cozzi del ‘700.
Tutto questo è stato racchiuso in una mappa iterativa scaricabile tramite codice qr lasciando ai nostri ospiti e anche quelli altrui di visitare.
Abbiamo altre iniziative altrettanto belle, abbiamo fatto delle convenzioni con degli sconti sia su alcuni musei che su alcuni negozi”.
Le opere sono state date in cambio di qualcosa? Ci sono storie di alcuni quadri regalati per un piatto al ristorante
“Ci sono alcune storie particolari ma molte sono collezioni private, ad esempio il Giorgione ha una collezione di Milesi pazzesca che io invito a vederla.
Invito anche a chi dice di esserci già stato di ritornare perché è veramente impossibile aver visto tutti, ci sono molte cose da scoprire”.
Il pass può servire? Può aiutare? Oppure no?
“Spero possi aiutare ma secondo me è ben altro quello di cui ha bisogno questa città. Dobbiamo far capire che siamo sicuri, che l’Italia è sicura, che Venezia e le città d’arte son sicure ma secondo me non è questo il modo.
Avete già avuto problemi con il pass?
Più che il pass si percepisce che c’è ancora un rischio alto di contagio, si vede che non possiamo uscire la sera o comunque spostarsi troppo. Preferiscono andare altrove perché in altri paesi non chiedono quello che chiediamo noi”.