Si pensa che la zona del veneziano possa essere il nuovo baricentro per lo smercio di eroina. L’ipotesi è che provenga dal Sud America
L’eccezionale ritrovamento di 42 chili di eroina a Marghera apre nuovi scenari per gli investigatori impegnati nel contrasto al traffico di stupefacenti. Mestre finora era ritenuta, negli ambienti della Polizia, soltanto uno sbocco commerciale per la droga. La distribuzione all’ingrosso avveniva a Padova o altrove. Si sta ora spostando il baricentro del traffico verso la laguna? È la domanda che si stanno facendo gli inquirenti.
Ci sono indagini in corso e ci si attende da un momento all’altro nuovi sviluppi, perchè le ricerche sono diventate serrate da circa un anno, da quando Mestre ha registrato una raffica di morti per overdose, in questo momento il bilancio è salito a 14 morti. A nulla sono valsi gli avvertimenti sui pericoli derivanti dall’acquisto di eroina purissima. Anzi, quest’ultima è ricercata per gli effetti più forti che offre. La caccia ai pusher però ha portato ai trafficanti come al 40 enne romeno che alloggiava in una stanza all’Hotel Mercure di Marghera. Di lui si sa che è residente in Spagna e stamane è stato sentito in carcere a Venezia per l’interrogatori di garanzia e la convalida dell’arresto.
L’ipotesi più probabile è che la droga arrivi dalla Spagna via Sud america, ma non si sa a chi era destinata. Di certo è il ritrovamento più ingente degli ultimi dieci. Nel veneziano si parla di una partita del valore di due-tre milioni di euro, una volta suddivisa in dosi, e la zona di Via Monte San Michele a Mestre è diventato un punto di riferimento per i tossicodipendenti di tutta la regione che potrebbe anche riuscire a smerciarla. Tra i morti per overdose c’erano vicentini, trevigiani e friulani.