Palazzo Mocenigo a Venezia è sede del museo del profumo. Esso racconta, attraverso l’esposizione di alambicchi e ampolle che contenevano centinaia di essenze, un altro filone con cui i Venezia hanno fatto affari nel mondo. Tre donne sono state determinanti per la nascita della profumeria e della cosmesi durante la Serenissima.
Donne del profumo
A loro Mavive (attraverso il marchio The Merchant of Venice della bottega Cini) ha dedicato tre video, in collaborazione con la fondazione Musei Civici, in occasione dei 1600 anni di Venezia.
La regia è affidata a Tommaso Giusto, già autore del documentario “dalla Peste alla Salute”, mentre la voce narrante è di Pieralvise Zorzi.
Una tradizione che viene da lontano
La prima donna che ha portato il profumo a Venezia è stata Maria Argyros, principessa bizantina che nel 1004 ha sposato Giovanni Orseolo, figlio del Doge Pietro Orseolo.
La giovane coppia poterà a Venezia la tradizione dell’arte del profumo a Venezia, iniziando una lunghissima era.
Che Maria Argyros possa essere considerata la madrina dei profumi a Venezia è certo. Effettivamente, a Bisanzio i profumi erano usati già da tempo. Esisteva anche una corporazione dei profumieri, regolata da quella che poi, per Venezia, sarebbe diventata la “regola madre”.
“Ogni profumiere abbia il proprio luogo e non usi il duolo contro un altro ma si assistano l’un l’altor in modo che alcuni non abbiamo perdite di materiale o riduzione senza motivo. non costruiscano né spezie né materiale sgradevole: non c’è comunanza di olezzo con il profumo”. Così recita l’incipit del documento, redatto già nel decimo secolo.
L’imperatore bizantino, credendo di essersi assicurato la crescente forza di Venezia tramite il matrimonio della figlia, non avrebbe pensato di aver dato ad essa un’arma in più per la sua potenza commerciale.