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Edoardo Ascione: l’assicurazione non intende risarcire i familiari

Edoardo Ascione spira in mezz’ora al pronto soccorso per i gravi traumi riportati nell’incidente. Per onorare la polizza infortuni la compagnia di assicurazione pretende le “lastre”

“Per risarcire il danno ci servono le lastre”. Peccato che al pronto soccorso le condizioni di Edoardo Ascione siano rapidamente precipitate fino al decesso e non ci sia stato il tempo per effettuare gli “esami strumentali” richiesti. E’ sconcertante e al limite dell’assurdo il formalismo con cui Crédit Agricole Assicurazioni sta sbattendo le porte in faccia alle legittime richieste dei familiari di Edoardo Ascione, il 21enne di Fossò deceduto con l’amica Linda Giorio nel terribile incidente successo all’alba del 10 agosto sulla Statale Triestina e che ha destato profondo sconcerto, non solo per il tragico bilancio (due ragazzi morti e due feriti gravi) ma anche per le modalità con cui è avvenuto: l’auto, condotta da un’amica che si è salvata e su cui Edoardo viaggiava come passeggero, è stata infilzata da un guardrail che ha di fatto causato la morte dei due giovani seduti sul lato destro.

I genitori del ragazzo, attraverso il consulente Massimiliano Golin, si sono subito rivolti a Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali, a tutela dei diritti dei cittadini, per fare piena luce sulla dinamica e le cause dello schianto, con particolare riferimento allo stato di manutenzione di quel guardrail che non ha retto all’urto trasformandosi in strumento di morte.

Al riguardo, Studio 3A ha immediatamente incaricato uno dei più esperti periti cinematici, l’ingegner Pierluigi Zamuner, e, attraverso il proprio servizio legale, ha subito depositato una formale richiesta presso la Procura di Venezia, chiedendo al Pubblico Ministero titolare del procedimento, la dott.ssa Paola Mossa, di promuovere l’incidente probatorio “per disporre una perizia volta ad accertare lo stato dei luoghi anteriore ai fatti, nonché le modalità di montaggio e di manutenzione del guardrail al fine di verificare l’incidenza causale di detti elementi in relazione all’evento dannoso, disponendo altresì il sequestro dei rottami del tratto di barriera metallica entrato in collisione con il veicolo”. Una richiesta puntualmente accolta dal Pm che, per ricostruire la dinamica del sinistro, ha nominato quale consulente tecnico l’ingegner Mario Piacenti: il conferimento dell’incarico è avvenuto proprio giovedì scorso, 13 ottobre, nel corso di un’udienza nella quale anche le altre parti hanno nominato il proprio consulente di parte e Studio 3A ha ufficializzato la nomina dell’ingegner Zamuner.

Nello specifico, tuttavia, il nodo del contendere non riguarda il sinistro in sé, ma la polizza “protezione infortuni” che il ragazzo aveva stipulato nel 2014 con la compagnia Crédit Agricole Assicurazioni, contestualmente all’apertura di un finanziamento con il gruppo bancario Cariparma Crédit Agricole per l’acquisto dell’auto: una copertura in caso di impedimenti al pagamento delle rate, come purtroppo è successo, del tipo di quelle che si accendono per i mutui casa, e stipulata con una compagnia assicurativa dello stesso gruppo “caldeggiata” dalla banca.

Pur nelle contraddizioni di un contratto per nulla chiaro, anche su questo punto, si può arrivare ad ammettere che il caso morte non sia previsto quale voce autonoma di indennizzo, ma è indubbio che il giovane abbia maturato il diritto all’indennizzo per tutta una serie di lesioni, essendo sopravvissuto all’urto almeno un’ora e mezza. Anzi, al momento del suo arrivo al Pronto Soccorso dell’Ospedale dell’Angelo, alle 6.16 di quel maledetto 10 agosto, il giovane era perfettamente cosciente, vigile e “orientato”, tanto che gli era stato provvisoriamente assegnato il “codice giallo”. In pochi minuti, però, il suo quadro clinico è precipitato e l’emorragia interna causata dai gravi politraumatismi lo ha stroncato: il decesso è stato constatato alle 6.50

Che Edoardo avesse riportato un bel po’ di lesioni, a partire proprio dagli organi interni, tra quelle indennizzabili dalla polizza ci sono pochi dubbi, basta leggere il rapporto del Pronto Soccorso: “politrauma della strada, accolto in area rossa dal Trauma Team, ecofast positivo per abbondante versamento di liquido endoaddominale, inizio trasfusione, manovre di rianimazione cardiopolmonare…” .

Studio 3A ha quindi aperto il sinistro presso la compagnia di assicurazione titolare della polizza infortuni, la quale, però, richiede “gli esami strumentali, le cosiddette lastre, in originale, che sono necessari e richiesti sempre per pratiche di sinistro “Protezione Infortuni Indennitaria” e che ci vengono puntualmente forniti; in assenza dei quali non si può procedere alla valutazione medica. Le mere fotografie in bianco e nero degli esami strumentali non rivestono alcun pregio ai fini di qualsivoglia valutazione medica: la valutazione medica interna viene fatta proprio e specificatamente su documentazione strumentale che debba ricondurre le lesioni subite alle fattispecie indennizzabili a termini di polizza” come scrive il liquidatore della Crédit Agricole che segue il caso.

Inutile ogni tentativo di Studio 3A di far presente alla controparte che al Pronto Soccorso, di fronte alla estrema gravità della situazione di Edoardo, hanno dato priorità ad esami urgenti come l’ecofast e l’elettrocardiogramma e che non c’è stato il tempo fisico di sottoporre il paziente alle radiografie del torace piuttosto che all’addome o al capo. Niente da fare: o le lastre, che non ci sono, o niente risarcimento.

Intanto, però, la compagnia continua a incassare il premio della polizza collegato al finanziamento per l’auto. Per la cronaca, Crédit Agricole è la terza banca francese per capitalizzazione e dal 2007 ha assunto anche il controllo di Cariparma e Friuladria. Il gruppo Cariparma-Crédit Agricol (dati 2014) ha un fatturato che supera il miliardo e 200 milioni di euro e un utile netto di 138 milioni, a fronte dei quali le poche decine di migliaia di euro del risarcimento di cui si sta parlando sono bazzecole. Ma l’aspetto umano e gli stessi diritti vengono puntualmente sacrificati di fronte alla logica del profitto a ogni costo.

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