Edoardo Rivola: un supermercato a sostegno della nuova povertà

Edoardo Rivola è il responsabile dell'organizzazione di un supermercato a Mestre che mette a disposizione beni di prima necessità ai più poveri

Edoardo Rivola è ospite di Maria Stella Donà a La Voce della Città Metropolitana: presidente dell’associazione “Il prossimo” e responsabile dell’organizzazione di un supermercato, a Mestre, che dà la possibilità ad un nuovo tipo di povertà, dignitosa, di acquistare beni di prima necessità a prezzi molto ridotti. Questo supermercato sorge a ridosso dell’ospedale di Mestre ed è stato creato grazie alle donazioni private giunte all’associazione.

Edoardo Rivola, questo è il primo centro di questo tipo in Italia di così grandi dimensioni che vende vestiti, cibo e mobili

“La parola vendita non ci piace molto. Noi mettiamo a disposizione alcune cose che altri getterebbero, e cerchiamo di dar loro una nuova vita, chiedendo un’offerta proporzionata alla scelta. È un voler bene a chi ha bisogno e chi ha bisogno trova ciò di cui necessita. Dove c’è una certificazione di povertà subentra la gratuità.”

Alle spalle di questo progetto troviamo Don Armando Trevisiol e Don Gianni Antoniazzi, ovvero l’anima di quest’idea unica nel suo genere. Sono riusciti a recuperare 3 milioni di euro dalle donazioni private per poter costruire questo supermercato.

Hanno provato anche a fornire una mensa gratuita che però non è decollata, proprio per queste nuove forme di povertà dovute alla crisi che non accettano l’elemosina

“Esattamente. Sicuramente è partito tutto da Don Armando, che ha dedicato la sua vita la mettersi a servizio di chi ne ha bisogno. Il nuovo centro è sorto per la necessità di spostare i magazzini del Centro Don Vecchi 2. La Fondazione Carpinetum, composta dal presidente Don Gianni Antoniazzi, da me e molti altri volontari, da 10 anni si occupa delle case di riposo. In occasione dell’inaugurazione del Centro Don Vecchi 6, nel 2016, Don Armando aveva espresso il desiderio della nascita della cittadella della solidarietà con il mercato solidale. Ci siamo quindi impegnati a realizzare questo sogno.

Mediamente al mese ci sono più di 6500 ore lavorative che i volontari mettono a disposizione, con sacrifici fisici e non. Alcuni hanno lasciato perché hanno trovato lavoro, ma nonostante questo sono ancora tanti. Uomini e donne che mettono il loro tempo a favore dei bisognosi. Abbiamo voluto dedicare questo progetto a Papa Francesco”, ha detto Edoardo Rivola.

Sono 200 i volontari: come si dividono? Come fanno a turnarsi?

“Innanzitutto sono molte persone pensionate che hanno la possibilità di dedicarci il loro tempo. Ci sono anche dei dipendenti e spero presto di riuscire a dare altre risposte perché un servizio sociale è anche dare lavoro. Se la struttura regge noi vorremmo assumere delle persone part time per rieducare questo tempo.

Ci si coordina, si danno delle deleghe e delle responsabilità, si interviene quando c’è la necessità di sistemare delle cose”.

Voi avete 8 furgoni che comunicano con i supermercati della zona e poi avete altri fornimenti europei

“Di questa struttura di 3600 metri quadrati, 600 sono destinati ai vestiti estivi e invernali. Ogni settore ha un tot di metri quadrati di utilizzo. Di vestiti ne abbiamo molti perché ci vengono donati, infatti dobbiamo scegliere quali buttare e quali utilizzare; non vogliamo essere una discarica.

Per quanto riguarda i mobili, ci siamo organizzati con le persone affinché ci inviino delle foto oppure si può andare a vederli di persona. Abbiamo 8 veicoli che circolano: 1 destinato ai vestiti, 1 destinato ai mobili e 6 destinati a una raccolta mattiniera di prodotti in scadenza dei supermercati. Questo materiale viene controllato e deve essere tutto confezionato” ha detto Edoardo Rivola.

Voi non fate concorrenza ai supermercati, giusto?

“Esatto. Per fortuna, quando hanno visto qual è la realtà di cosa facciamo, sono arrivati dei titolari dei supermercati che hanno piacere di vedere le loro marche riutilizzate. Certo a noi manca la materia prima come pasta, olio, pane, ma abbiamo comunque molti alimenti. Il settore degli alimentari lo abbiamo diviso in tre: frutta e verdura, alimentari in prossimità di scadenza e banco alimentare.

È l’unico certificato: vengono solo delle persone certificate con ISEE e certificazione di necessità ogni settimana per ritirare una spesa che dura tutta la settimana. Questo è l’unica spesa gratuita e certificata ma vale anche per i vestiti e i mobili”.

Durante il covid alcune persone prendevano il cibo e lo rivendevano. C’è la possibilità che si crei di nuovo questo fatto?

“Abbiamo cercato di dare ordine e certificare tutte le persone che arrivano. La spesa che viene fatta è per tutto il nucleo familiare solo per una settimana, non possiamo dare grossissime quantità di cibo.

Quando ci vengono regalati dei bancali di biscotti o di pasta in prossimità di scadenza, allora lo mettiamo all’entrata e chi vuole può prenderne un pacco. Uguale per frutta e verdura, verso fine giornata cerchiamo di venire incontro alle persone” ha detto Edoardo Rivola.

L’indirizzo esatto dove si trova il centro?

“Via Marsala 35, località Arzeroni. Alla rotonda prima del cavalcavia per andare all’ospedale vedrete un ufficio colorato e lì trovate il nostro centro. Noi seguiamo l’insegnamento di don Armando: non è detto che la povertà non debba essere vissuta nel bello”.

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