134/1, ecco la matricola della prima donna laureata in architettura a Venezia. Egle Trincanato dedicò la sua vita al risanamento e al restauro di quella città che l’aveva accolta quando, poco più che bambina, trascorreva le sue giornate tra i banchi del Liceo Artistico di Venezia. Una passione che le varrà una vita di riconoscimenti e di conquiste, come prima donna ad esercitare la sua professione, con passione e dedizione, e come veneziana acquisita, profondamente legata ad una città di cui si prese cura fino alla fine dei suoi giorni.
Egle Trincanato: un talento dedicato a Venezia
Nata a Roma nel 1910, Egle fu “una Venezia reincarnata”, come la definì lo scrittore Guido Piovene. Studentessa modello della classe di disegno del suo liceo, il suo fu un talento grande, una passione forte che decise di dedicare alla città che l’aveva ospitata quando appena sedicenne si trasferì dall’Istria con la sua famiglia.
Egle ancora non sapeva, però, che quella stessa passione e quell’amore per una città nuova l’avrebbero portata a diventare pioniera di un mestiere che prima di allora nessuna donna aveva mai esercitato a Venezia: l’architetto.
La prima architetto donna a Venezia
Era un sabato di novembre nel 1938 e una schiera di docenti, autorità civili e religiose ascoltavano una giovane esporre il suo progetto di riqualificazione urbana di un’area di Castello. Da lì a pochi minuti, proprio quella ragazza sarebbe diventata la prima laureata al Regio Istituto Superiore di Architettura di Venezia. Dodici giorni dopo, Egle sedeva alla cattedra della classe di disegno e rilievi dei monumenti dell’Istituto per insegnare, a giovani donne come lei, la passione che portava dentro.
Venezia: la città intera porta il suo nome
Da lì in poi, la sua sarà tutt’altro che una breve carriera. Negli anni la città intera porterà il suo nome: dal Lido di Venezia alle case dei pescatori di Burano, fino all’albergo Danieli, che su di sé mostra ancora i segni di una ristrutturazione firmata Trincanato.
Per dieci lunghi anni Egle sarà direttrice di Palazzo Ducale e, successivamente, vice direttrice dello Iuav, l’istituto nel quale si era laureata. Per tutta la vita combatterà contemporaneamente due battaglie: quella per la salvaguardia di Venezia e quella per il suo riconoscimento come prima donna architetto della città.
Una lotta per l’emancipazione, la sua, mentre a spalle larghe si faceva posto in un mondo a misura di uomo. Lei, che conosceva ogni calle, ogni casa di Venezia e che sentiva in quei suoi progetti, meticolosi ma allo stesso tempo stravaganti, tutto l’amore per una città che avrebbe voluto ricreare in ogni angolo del mondo.