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Elisa Biffi Corni: Il profumo dell’uva, la voce delle ocarine

Legato al Collettivo Scrittori Uniti, Elisa Biffi Corni ci parla del suo libro: un racconto forte e duro di una donna che dopo aver subito delle violenze riscopre in lei l'amore per l'arte e per la figlia avuta da quella stessa violenza

Appuntamento legato al Collettivo Scrittori Uniti. Oggi vi presentiamo un’autrice di questa realtà molto seguita Elisa Biffi Corni che ha scritto un libro davvero molto interessante sul legame che c’è molto particolare, molto difficile da comprendere tra madri e figli. Il libro si chiama “Il profumo dell’uva, la voce delle ocarine”. La casa editrice è Arpeggio Libero. Giusto?

“Esattamente.”

Questo libro lo sintetizzo io velocemente: è la storia di una donna che è mossa dalla vergogna per aver avuto una figlia da una violenza sessuale a quattordici anni. Mossa lei per la vergogna ovviamente, non era giusto che accadesse questo. L’ha data in affidamento e questa cosa l’ha segnata per tutta la vita. Ha odiato e amato contemporaneamente questa bambina perchè ha dedicato la sua vita a scrivere dei racconti per bambini. Poi quando ha raggiunto la maturità ha incominciato a pensarla e cercare di capire che cosa la legava a questa figlia. Prosegui tu Elisa Biffi Corni.

“Si, è una storia particolare. Ho in realtà ripercorso un po’ anche il passato Burgio, che ha la cittadina dove ho voluto ambientarla. Non è stata scelta a caso. E’ la patria dell’ocarino, questo strumento che è presente si dal titolo. E’ una storia che tratta un tema forte come quello della violenza ma anche un po’ il coraggio di questa donna che è sempre molto combattuta, da tutta la vita. trova successo in un ambito, quello letterario, che nemmeno lei si sarebbe mai aspettata. Quindi c’è anche questo riscatto: da un lato della carriera che poi è derivato dalla violenza. Forse se non avesse avuto questo conto in sospeso con l’infanzia della figlia forse non avrebbe intrapreso questo genere di arte che ha riscoperto in se.

Tutto il libro ruota intorno a questo legame o meglio non legame con la figlia. Cercherà poi dopo la maternità un contatto. Soltanto alla fine si scoprirà se riuscirà o meno. In realtà è un libro che vuole rendere vivide le sensazioni e le emozioni vissute da questa donna. Sicuramente un altro tema centrale è quello del rimpianto e rimorso. Siamo sempre un po’ tutti combattuti quando ci chiedono meglio rimpianto o rimorso? Forse qua la protagonista è latitante ma riesce a farci i conti.”

Si, allora, tu sei giovane no? Per cui sorprende che tu riesca a comprendere o comunque descrivere cosi le passioni e le emozioni di una donna matura.

Si infatti è una cosa che un po’ lascia il dubbio nel lettore. Ma come ti è venuto o come sei riuscita a calarti ecco nei panni? Sicuramente un po’ è la tematica che mi ha attratta molto perché da sempre io scelgo tematiche sociali nei libri e questa in particolare della violenza. Certo, il fatto comunque di avere inventato da zero questa storia ma calandola comunque in un contesto storico ha richiesto ricerche, approfondimenti storici. Sono andata proprio un po’ a ritroso nel passato non solo della cittadina ma anche a ripercorrere usi, costumi, linguaggio locale, proprio per dare un po’ il colore. Sicuramente si, ho sentito molto mio il fatto di essere domma e quindi ipoteticamente ci è anche più facile calarci in una determinata situazione.

Non c’è una ricetta, una risposta, difronte a determinati eventi che sono inimmaginabili per ciascuno. Però nel momento in cui ti cali di fronte a un certo avvenimento traumatico provi un po’ a immaginarti quali possono essere le diverse risposte che una persona può avere. Mi sono lasciata trascinare un po’ da questa storia, è stato un po’ come se Agata, la protagonista, prendesse un po’ vita, da sè. Me l’avesse da un lato raccontata. È tutto scritto in prima persona come se lasciasse queste memorie a qualcuno. Alla fine questo qualcuno non è soltanto quello a cui si rivolge lei ma è il lettore stesso.

Quindi c’è un filo sottile che forse tu hai vissuto da figlia e che hai percorso a ritroso con la madre.

Si sicuramente io ho avuto naturalmente la fortuna di aver avuto un’infanzia diversa da quella, sia della protagonista che della figlia. Paradossalmente avendo avuto un infanzia splendida e un legame appunto con mia madre, avendo vissuto tutto il contrario di quello che poi racconto, ho ripercorso un po’ a ritroso e ho provato a sciogliere dei nodi che se fossero andati completamente in modo diverso forse avrebbero portato a quegli esiti che poi vengono raccontati nel libro. Quindi si c’è questo percorso.

Il profumo dell’uva naturalmente è il ricordo ancestrale, atavico, di questa donna, nei suoi 14 anni, prima della violenza. Ricordiamo di nuovo il titolo. “Il profumo dell’uva, la voce delle ocarine” Arpeggio Libero, Elisa Biffi Corni. Grazie per questo collegamento, buona fortuna.

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