Il percorso professionale di Elisio Trevisan e la sua carriera come giornalista
Originario di Mestre, Trevisan ha iniziato la sua carriera negli anni ’80 come giovane apprendista, per poi distinguersi come cronista versatile capace di affrontare una vasta gamma di tematiche, che spaziavano dall’economia al sociale, dal sindacato alla politica, dall’ambiente alla cronaca nera.
Tra i momenti più significativi della sua carriera, Trevisan ha ricoperto il ruolo di inviato, documentando tragedie come il disastro del traghetto Moby Prince, evento che segnò profondamente la comunità veneziana con la perdita di 140 vite umane. Inoltre, ha occupato posizioni di rilievo all’interno delle redazioni di Venezia e Mestre, contribuendo al successo del Gazzettino in un’epoca in cui il giornale locale era tra i più diffusi in Italia.
Elisio Trevisan: “Il mio interesse per il mondo del giornalismo è nato in modo casuale. Quando ero giovane, andavo spesso a Venezia con mio padre. Ricordo che negli anni ’70 l’acqua della laguna era di un grigio perlato, molto diversa dal verde che vediamo oggi. Questa particolarità mi ha incuriosito e così ho chiesto a mio padre il motivo di quel colore insolito dell’acqua, che non sembrava naturale. È stato così che ho iniziato ad appassionarmi alla cronaca di questi eventi.”
Ambiente, economia e storia: l’importanza di una visione integrata
“Discutere della presenza di industrie nel centro storico di Venezia può sembrare un concetto anacronistico considerando il contesto attuale. Oggi ci troviamo immersi in una densa coltre di smog, che evidenzia come la Pianura Padana sia una delle aree più inquinate d’Europa, nonostante sia anche una delle più ricche.
Tuttavia, è importante comprendere che ambiente, economia e storia sono strettamente collegate. Non possiamo ignorare l’importanza di affrontare queste tematiche, considerando che ognuno di noi ha la responsabilità di contribuire al miglioramento del proprio contesto sociale e ambientale.”
“Venezia è una città situata in un’area naturale bellissima nella Laguna, ma al contempo è una creazione artificiale. Nel corso dei secoli, i veneziani hanno modificato il territorio, alterando il corso dei fiumi per proteggere l’ambiente in cui desideravano vivere da invasioni e garantire così la sicurezza ambientale.
Lo sviluppo della città è avvenuto anche grazie l’insediamento di industrie, alcune delle quali di grande importanza, che inizialmente si trovavano nel centro storico e fornivano lavoro a molte persone. Tuttavia, con l’avvento della rivoluzione industriale, diventò chiaro che il centro storico non poteva più ospitare tutte queste attività. Venne così creato Porto Marghera, soprattutto grazie all’iniziativa del conte Volpi.”