Ancora un’altra emergenza siccità che spunta negli ultimi giorni di Carnevale a Venezia, come il covid nel 2020 che aveva interrotto i festeggiamenti. Ora a preoccupare sono i canali in secca che mettono a rischio la mobilità nel centro storico e ancora l’allarme per la concentrazione di polveri sottili nell’aria che costringe a tenere in garage anche i furgoni commerciali, i diesel euro 5 e poi la siccità nelle campagne che in questo momento mette a rischio gli ortaggi, la frutta e i cereali.
Emergenza siccità
La causa è il mix di assenza di pioggia dal 25 gennaio e il caldo anomalo. I Ciliegi ad esempio sono già in fiore. ma siamo alla vigilia delle semine e i fiumi sono al secco, non ci sarà acqua per tutti.
Già si prevede la rinuncia nel nord Italia a coltivare il riso in 8000 dei 211 mila ettari destinati a questa coltura. Nel Veneto è il momento di mettere a terra le piantine dei pomodori e di seminare le cipolle e se non piove gli agricoltori dovranno fermarsi.
Riguardo ai rimedi già lo scorso la Coldiretti aveva chiesto a Roma, al governo Draghi, la creazione di bacini, ma ci vogliono fondi, almeno 100 milioni di euro nel Veneto, e una burocrazia più celere nel rilasciare autorizzazioni. Intanto si pensa a sviluppare nuove piante in grado di resistere in terreni con poca acqua.
Rii in secca
Quanto a Venezia i rii in secca sono diventati un’attrazione per i turisti in queste ore, ma l’assenza di acqua ha messo a rischio la consegna delle merci soprattutto negli hotel e anche la salute pubblica essendo impossibile per le idroambulanze raggiungere tutti i punti della città.
C’è anche una curiosità: sabato sera non è stato possibile inviare le maschere dell’ Atelier Antonia Sautter con i consueti barchini alla Misericordia, dove è stato organizzato Il Ballo del Doge, ma sono dovuti arrivare con un carretto via terra