Una Voce Forte

Emorragia di imprese a Venezia: il turismo non basta?

Giovanni Mingardi esplora il ruolo del turismo a Venezia, sottolineando l'importanza degli investimenti e delle iniziative locali; infine, propone uno statuto speciale per affrontare sfide economiche

Nella puntata di “Una Voce Forte”, il conduttore, Riccardo Cecconi, ha affrontato il tema dell’economia all’interno di Venezia Lido. Le stime fatte nel 2023 sono poco lusinghiere per il comparto produttivo, il commercio e i servizi legati al turismo. Durante l’anno è stato registrato un -253 nel numero di imprese che operano sul territorio della città. Questo per vari motivi, a partire dallo strascico della crisi economica post pandemia, fino ad arrivare all’aumento del costo della vita.

Il turismo è una risorsa vitale ma non l’unica

L’ospite della puntata è l’imprenditore Giovanni Mingardi, che spiega: “Si pensa che il turismo possa essere la garanzia per la quale si può andare avanti, sotto questa sorta di “mantello del turismo” che Venezia ha creato negli ultimi 500 anni. Tuttavia, bisogna riconoscere che non può essere l’unica risorsa, in quanto necessita di attività produttive e un’industria che si occupi del settore primario. Venezia, fino agli anni ’70-’80, aveva dei segni distintivi di impresa, intesa come settore primario, quindi un’industria vera e propria.”

“Rispetto all’attuale calo demografico, questo fenomeno va a braccetto con il turismo, il quale sì, può essere la risorsa principale per la nostra città, ma è necessario ragionare in un’ottica in cui i sistemi produttivi sono il fattore principale di sopravvivenza di una città all’interno del tessuto economico locale.”

Digitalizzazione e investimenti fondamentali per la diversificazione economica veneziana

L’imprenditore Mingardi continua: “Sicuramente la digitalizzazione è un’ancora vitale per i servizi in generale, forse ricopre la maggior parte del settore terziario e dei servizi. È ulteriore fattore scatenante per tutti quegli esercenti che hanno sofferto questa transizione. Per Venezia, sicuramente, possono rappresentare una risorsa, però, per essere tale bisognerebbe che gli investitori di fondi credano nel nostro territorio e comincino un processo di insediamento delle loro imprese.”

“A Venezia attualmente non c’è un società di gestione del risparmio, non sono presenti i fondi di investimento. Questo è un dato che fa riflettere sulla prospettiva futura della città, in cui il servizio e la transizione digitale dovrebbero essere un cardine, per fare in modo che il settore terziario non sia monotematico rispetto al turismo. Ovviamente servono capitali e credibilità per gli investitori che credono nella nostra città. Abbiamo alcuni esempi, come il presidente di Save Marchi che è riuscito a creare una realtà come Banca Finint nella città di Conegliano e crede nel nostro territorio.”

Capitali, iniziative e coraggio come ricetta per il futuro

Afferma l’ospite: “L’amministrazione deve tirare fuori del coraggio perchè, come abbiamo visto dalle piccole iniziative avute come l’Università di Medicina istituita al Lido, quella che sembrava un grande azzardo, in realtà ha fatto il pieno di adesioni.”

“Se mettiamo le basi per le nuove generazioni attraverso iniziative di vari settori, che possano dare un mandato per l’orizzonte futuro della città, sicuramente ci saranno persone che crederanno in essa e nel suo investimento. A monte, quindi, ci vogliono capitali, iniziative e coraggio da parte di amministrazioni e istituzioni.”

L’ipotesi dello statuto speciale per sostenere il turismo e affrontare le sfide economiche

Altri paesi europei hanno imposto regimi fiscali particolari in determinate zone con caratteristiche logistiche che le rendevano difficili allo sviluppo economico.

Venezia non è un estremo, ma è comunque una realtà complessa con esigenze specifiche. Ecco come si pone Giovanni Mingardi a riguardo: “È una strada che bisognerà, necessariamente, percorrere in futuro. Pensando a Venezia, dovrebbe essere una città a statuto speciale, in primis dal punto di vista fiscale. La massa di turisti che riceve giornalmente Venezia, con le infrastrutture che sono limitate alla natura della città, è un dato sensibile che dovrebbe essere considerato come uno dei cardini per l’istituzione di Venezia come città a statuto speciale.”

“Anche dal punto di vista dell’impresa, se un soggetto volesse istituirne una di settore primario, come può pensare di sostenere questi costi, con i prezzi che Venezia ha per la natura stessa della città? Quindi, ribadisco, Venezia in futuro deve essere pensata come città a statuto speciale, sia dal punto di vista fiscale che della vita.”

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