La poesia “D’Estate, in Riviera”, di Olindo Moretti è ispirata da un’estate torrida, quando l’afa e la calura si fanno opprimenti e agli uomini accade di sentirsi, a volte, portati fuori dalla realtà e spinti quasi in altri mondi, di fantasia. Metafore come “sulle ali dorate” e “il ventre del mondo” si richiamano a uno stato d’animo di questo tipo.
Il commento dell’autore
Anche immagini vere, di estiva quotidianità, come il volo delle farfalle, mi fanno oscillare allora tra terra e cielo, fra realtà e fantasia, come danzassero tra immaginari grembi e seni di tenere amanti, o luoghi più connaturati, come erba e fiori.
Anche i profumi, non solo quelli odoranti in natura, ma pure altri immaginati (di gioia, di giallo e d’incanto), indirizzano il desiderio a lenti movimenti, per ridurne la fatica e migliorarne la percezione del gusto.
Con visioni e metafore m’esprimo anche nel finale, (anime smunte…che van senza meta…ecc.) a pregustare come, dopo una notte di sonno turbato e di sogno, ci possa essere un risveglio meno opprimente, nella frescura del mattino e all’insegna di placidi amori, palpiti e cuori.
D’Estate, in Riviera
Credo di avere
sulle ali dorate
il ventre del mondo
profumato di estate.
Volate farfalle,
volate sognanti,
cullate dal grembo
di tenere amanti.
Posatevi, dolci,
sul mare, sui seni,
sull’acqua del fiume,
sull’erba, sui fiori.
Profumi di gioia,
di giallo e ginestre,
di siepe e di incanto;
donatemi il gusto
del muovermi lento.
A volte anche vedo,
sul cielo aranciato,
scendere anime
vestite di bianco;
anime smunte
di latte e di creta,
con moto leggero
che van senza mèta.
Anime tenui
di placidi amori
nel dolce risveglio
di palpiti e cuori.
