Archiviate le accuse di violenza sessuale contro Fausto Brizzi, ne arrivano di nuove e più gravi per Bryan Singer, mentre Amanda Knox dovrà essere risarcita.
Il gip di Roma Arturi ha archiviato le accuse di violenza sessuale a carico del regista Fausto Brizzi, finito al centro delle polemiche alla fine del 2017 dopo che una decina di donne avevano raccontato al programma “Le Iene“ di essere state molestate in seguito a un provino. A Piazzale Clodio erano arrivate tre querele, soltanto una utilizzabile dato che le altre due erano state presentate ai Pm fuori tempo massimo, dopo sei mesi dai fatti denunciati. Il caso era esploso sulla scia della vicenda del produttore americano Harvey Weinstein, che ha dato origine al movimento femminista #MeToo.
E negli Stati Uniti è finito sulla graticola, per molestie sessuali su minori, il collega Bryan Singer, che ha diretto “Bohemian rhapsody”, ma è stato licenziato a fine 2017 per un presunto problema di salute. Questa inchiesta del magazine Atlantic, su fatti risalenti alla fine degli Anni ’90, ha coinvolto una cinquantina di fonti, tra cui quattro uomini che addebitano molestie al cineasta quando erano minorenni.
Già nel dicembre 2017 (quando venne congedato dal set del film sui Queen) un uomo lo incolpava di averlo forzato ad avere un rapporto a bordo di un yacht, quando aveva 17 anni. Singer ha risposto con un comunicato, in cui sostiene che chi lo accusa vuole sfruttarne il successo di “Bohemian rhapsody, candidato a cinque premi Oscar.
Infine Amanda Knox (imputata con Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith Kercher, a Perugia nel novembre 2007), che ha fatto condannare l’Italia, dalla Corte europea dei Diritti umani, per violazione dei diritti della difesa – assenza di legali e interpreti – durante il processo. All’ex studentessa americana, assolta in via definitiva nel luglio 2018 dopo una lunga e tormentata trafila giudiziaria, lo Stato dovrà corrispondere 18.400 euro.
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