Il percorso di Federica Senno, dall’architettura all’azienda familiare
La dottoressa Federica Senno è Presidentessa della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA), un’importante organizzazione sindacale del territorio. È nata a San Donà di Piave e nel 2004 ha conseguito il diploma presso il Liceo Classico Eugenio Montale. Nel 2011 si è specializzata in architettura presso lo IUAV di Venezia, per poi diventare architetto libero professionista. Dal 2019 opera presso l’azienda agricola di famiglia “Il Giogo” di Jesolo.
Ha testualmente dichiarato: “Vorrei fare mia la parola d’ordine “dignità” perché rappresenta il presente e il futuro della CIA. Credo, infatti, che sia necessario riconoscere al lavoro agricolo una dignità dal punto di vista economico. Ci vuole un sostegno al reddito adeguato perché le aziende agricole possano rimanere in piedi, svilupparsi, creare posti di lavoro e continuare a mantenere il ruolo di sentinella del territorio in chiave di sostenibilità ambientale.”
La scelta controversa di studiare architettura
Le parole di Federica Senno: “Può sembrare una scelta un po’ strana quella di concludere degli studi classici e poi rivolgersi a una facoltà che è molto tecnica. Una persona non può avere tutte le basi tecniche perché ha avuto un altro tipo di approfondimento.”
“L’architettura mi ha sempre affascinato perché credo che creare un ambiente dove regna l’equilibrio e dove l’insieme degli elementi favorisce il benessere delle persone sia fondamentale. Ho intrapreso l’attività di architetto per cercare di creare un ambiente e un mondo in cui poter vivere bene.”
Il costante impegno nell’azienda di famiglia
Nonostante gli studi sull’architettura, la dottoressa Senno ha da sempre lavorato nell’azienda di famiglia. Un luogo dedito all’allevamento, alla trasformazione in prodotti caseari e alla vendita diretta, linea guida che da sempre accompagna la sua famiglia.
Racconta così: “Sono nata in una famiglia agricola per la quale ho sempre cercato di portare il mio contributo all’interno dell’azienda, pur facendo un’altra professione. Quando avevo del tempo libero e durante il mio periodo di ferie dall’architettura, mi sono sempre occupata, per quanto potevo, dell’azienda. È una cosa che se ce l’hai dentro, non c’è dubbio, vivi in un ambiente e ne sei permeato e non sei esente da quello che ti circonda. Ho sempre cercato, quindi, di dare una mano, anche se in maniera più limitata.”
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