Venezia Città Stato

Federico Caner: il cambiamento del turismo in Veneto

Tiziano Graziottin e l'Assessore Federico Caner affermano che il turismo è come il petrolio del nostro Stato

In questa prima puntata di “Venezia Città Stato?” abbiamo come ospiti l’Assessore Regionale al Turismo Federico Caner e il professore Jan Van Der Borg dell’università di Ca’ Foscari, docente di economia e turismo”.

Tiziano Graziottin, Ufficio Capi Redattori de “Il Gazzettino”

“Innanzitutto sono Tiziano Graziottin, il Capo Redattore de “Il Gazzettino di Venezia”. Aiuto Alfredo Aiello in questa nostra valutazione degli aspetti turistici del Veneto, e in particolare di Venezia. A Federico Caner volevo chiedere questo: l’Italia ha sempre scontato un deficit di politica. A mio avviso questo è soprattutto verso il turismo. Pur essendo il nostro petrolio, come spesso viene detto, in realtà è stato politicamente valutato con poca attenzione. In questi ultimi anni sicuramente l’atteggiamento è cambiato”.

Tiziano Graziottin poi pone una domanda a Federico Caner. “Dal suo punto di vista, il progresso del cambiamento del turismo in Veneto è completato? Lei come Assessore, ritiene di avere gli strumenti politico-finanziari per incidere in questa realtà così fondamentale per la nostra regione?”

Federico Caner, Assessore Regionale al Turismo

“Dice bene che il turismo come metafora è il petrolio del nostro Stato. Ma è anche vero che il petrolio non si trasforma in benzina da solo. Bisogna cercarlo, trovarlo, estrarlo, raffinarlo, seguirlo. E questo si può dire anche del turismo. Il fatto che noi siamo un bellissimo Paese, e regione, che di fatto ha destinazioni appetibili a livello mondiale, non significa che non si debba investire su esso. E soprattutto bisogna fare servizi e organizzare un’offerta turistica sul territorio adeguata.

Non è un caso, che anche a livello internazionale, tutti desiderino almeno una volta venire in Italia. Poi, però, dal primo momento di appeal, al fatto che poi realmente ci arrivino, noi passiamo dalla prima posizione alla quinta (o sesta). Il che significa che qualche altro Paese più organizzato di noi attrae i turisti. Nonostante a livello internazionale quando chiedi ad una persona dove voglia andare, questa risponde ‘Italia’. Su questo, quindi, dobbiamo lavorare.

Il fatto di aver ricostruito un Ministero del Turismo non è sufficiente. Noi paghiamo tanti anni di un Ministero che ha funzionato male, e di un ente (L’ENIT) che di fatto non ha mai funzionato. Molti chiedono come mai l’Italia sia così frammentata, e le Regioni, ad esempio, creano campagne promozionali arrangiandosi. Ma di fatto è mancato l’accentratore, il motore centrale della promozione turistica.

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