Potrebbe rimanere in carcere altri sei anni Felice Maniero, almeno questa è la richiesta avanzata stamane dal pubblico ministero di Brescia Lorena Ghibaudo per l’accusa di maltrattamenti fisici e psicologici sulla moglie. Un brutto colpo per l’ex boss che ha cominciato a battersi contro i giudici chiedendo la ricusazione del giudice Roberto Spanò non ritenendolo più obiettivo in quanto, nella precedente udienza, dopo che Maniero aveva abbandonato bruscamente il collegamento video dal carcere, avrebbe avanzato dubbi sulle capacità psichiatriche dell’ex boss della Mala. L’atto non è stato però redatto secondo le regole processuali.
Felice Maniero
Faccia d’angelo si trova in carcere a Voghera (Pavia) da ottobre scorso. Il 4 giugno è prevista invece la sentenza. Ora rischia di scontare una quantità di anni tra le sbarre superiore alla somma di del tempo che ha vissuto da recluso in tutta la sua vita tra arresti, condanne ed evasioni (due per l’esattezza, queste ultime la prima nell’87 a Fossombrone e la seconda nel 94 a Padova).
Le violenze
Davanti al giudice Maniero avrebbe ammesso dopo tre giorni, dall’arresto avvenuto nell’ottobre scorso, di aver insultato la donna in alcune occasioni, negando però di aver mai usato violenza fisica “se non qualche schiaffo in rarissimi casi”. Al giudice avrebbe detto: “Mi stupisco di una decisione così dura e punitiva per fatti che potevano portare misure più lievi”. L’ex boss del Brenta ha interrotto il collegamento dal carcere durante l’udienza anche oggi e poi ha nominato un nuovo legale, l’avvocato Pietro Paolo Pettenadu, che si occuperà della ricusazione.