Hikikomori vuol dire letteralmente stare in disparte. È un termine giapponese usato per riferirsi a coloro che hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale.
Sono giovani che non studiano, non lavorano e non hanno amici e trascorrono la maggior parte del tempo nella loro camera. Dormono durante il giorno e vivono di notte per evitare qualsiasi confronto e contatto col mondo esterno. Si rifugiano nella rete e nei social, con finti profili. In Giappone pare siano oltre 1 milione invece in Italia si parla di 100 mila casi.
Spesso il fenomeno viene confuso con sindrome depressiva o come dipendenza da internet. Il rifiuto della scuola è uno dei primi campanelli d’allarme dell’ hikikomori. L’ambiente scolastico viene vissuto in modo particolarmente negativo. Molte volte dietro l’isolamento si nasconde una storia di bullismo.
Nella prima fase dell’hikikomori il ragazzo comincia a saltare i giorni di scuola, lascia le attività sportive, inverte il ritmo veglia sonno, sonno veglia e si da ad un altro consumo quello dei videogiochi e delle serie tv. Quindi Sivori ci dice :” Prima si interviene e meglio è”.