Hanno attinto al fondo di sostengo delle piccole e medie imprese ottenendo finanziamenti garantiti dallo stato per 4 milioni e 300 mila euro. Peccato che non ne avessero i requisiti e secondo il quadro indiziario messo insieme dagli investigatori della Guardia di Finanza padovana. La liquidità ottenuta non l’hanno utilizzata per le finalità concesse.
Questi gli arresti
Sei persone arrestate stamane a cui hanno confiscato confiscato beni per tre milioni e mezzo di euro. L’accusa è di associazione a delinquere per truffa di rilevanza nazionale. I sei che operavano a Padova, ma due risiedono nel vicentino, avrebbero approfittato delle agevolazioni fornite dal decreto liquidità per fronteggiare la crisi legata alla diffusione della pandemia. Chiedendo finanziamenti per aziende già inattive che hanno acquistato per poi intestarle a dei prestanome, spesso disoccupati e con dei precedenti.
Dalle indagini delle fiamme gialle risulta che il denaro l’avrebbero movimentato tra le società per dimostrare l’operatività delle aziende le cui sedi legali venivano continuamente trasferite per depistare gli investigatori in diverse regioni del centro e del nord Veneto, Lombardia, Lazio e Toscana. Hanno poi invitato all’estero, in conti aperti oltre che nel Regno Unito anche in Albania, Romania, Repubblica Ceca e Ungheria.